REVOCA CASALI E VANZO: DA MASCHIO L’ENNESIMA USCITA SCOMPOSTA
Quella di Ciro Maschio sulla questione della revoca di Casali e Vanzo è un’uscita scomposta sia nei toni che nei contenuti: lo spirito di collaborazione tanto richiamato è venuto meno proprio da parte di Casali e Vanzo che sulla controversa questione dell’acquisizione di Compago hanno assunto decisioni con pesanti implicazioni per la città oltre che per l’azienda, senza nemmeno confrontarsi con il socio di maggioranza.
La revoca, infatti, non è stata determinata dalla complessità del caso Compago o, come si continua ad insinuare, da un principio di spoil system che nel caso specifico non sarebbe nemmeno praticabile, ma dal fatto che con il loro comportamento Casali e Vanzo hanno provocato un danno diretto e grave alla compagine veronese all’interno di Agsm-Aim, menomandone e declassandone il potere rispetto alla compagine berica. Se Maschio preferisce una allegoria, con la gestione Casali e Vanzo Verona si è legata da sola un braccio dietro alla schiena.
Perché l’abbiano fatto è questione che soltanto i protagonisti possono chiarire. Si domandi Maschio: se il buon operato di Casali e Vanzo fosse davvero così evidente, perché non dichiarano come hanno votato su Compago? E perché hanno disposto le perizie soltanto dopo il voto e non, come sarebbe più logico fare, prima? Per il centrodestra veronese, che nell’ultima amministrazione ha cambiato ben 3 presidenti di Agsm, questo modo di procedere può pure sembrare normale, ma per noi Verona merita una politica che faccia gli interessi della città. Il che significa che in Agsm-Aim con Vicenza si può e si deve collaborare, ma nel rispetto del nostro 62%.
Quanto alla possibilità, ventilata da Maschio, che i parlamentari veronesi di centrodestra voltino le spalle all’amministrazione comunale e dunque alla città nei rapporti con il nuovo governo, essa si commenta da sola per quello che è: una ventilata minaccia di rappresaglia politica.
Il gruppo consiliare comunale Pd Verona