Grazie al PD veronese per avermi concesso l’onore di essere il segretario di tutti per quattro anni

Pubblicato da il 12 Febbraio 2023

 

In questi giorni si concludono i congressi di circolo per eleggere il nuovo segretario provinciale, quindi termina il mio mandato iniziato quattro anni fa.

Voglio ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per consentirmi di offrire il miglior servizio possibile alla nostra comunità politica. Avrei potuto fare di più e meglio, sicuramente.

Il mandato era iniziato consegnando a me e all’esecutivo una situazione del partito delicata: abbiamo corso il rischio di dover chiudere la sede e licenziare le due dipendenti nell’arco di due anni. Sarebbe stato un colpo mortale per il nostro partito, per cui ci siamo rimboccati le maniche ed ora, grazie al lavoro congiunto tra il segretario, il tesoriere Sebastiano Sartori e il responsabile organizzativo Giuseppe Mazza la situazione economico finanziaria del partito provinciale è positiva. Ma non posso non ringraziare tutte le componenti e i componenti che hanno fatto parte dell’esecutivo provinciale per le iniziative che hanno costruito e realizzato e il sostegno che mi hanno sempre dimostrato. Non penso serva fare l’elenco.

In questo arco di tempo abbiamo perso anche persone che disinteressatamente si sono impegnate per il partito, siano stati semplici iscritti o dirigenti, come Ferdinando Gambaretto e Luisa Caregaro. A tutte e tutti loro rivolgo un pensiero di affetto e di gratitudine.

Un pensiero particolare lo voglio riservare a Claudio Marconi, dal quale ho imparato il valore della generosità nel fare un passo indietro quando serve per far fare balzi in avanti alla nostra comunità politica, l’importanza di saper mettere a disposizione le proprie competenze con rigore e passione, il valore dell’accoglienza e dell’ascolto delle ragioni degli altri senza per questo rinunciare alle proprie.

In questi quattro anni abbiamo fatto i conti con la pandemia, che ha condizionato anche la nostra attività politica come la vita di tutti noi.

Fra le luci metto la soddisfazione di aver costruito, assieme al segretario cittadino Luigi Ugoli e col sostegno di tutto il partito, la coalizione che ha portato all’elezione di Damiano Tommasi sindaco di Verona dopo che per vent’anni ha governato la città il centro destra. Una bella soddisfazione.

Fra le ombre il rammarico di non avere oggi nessun esponente veronese del nostro partito in Parlamento.

In queste contraddizioni sta il senso dell’impegno che dobbiamo mantenere per superare le difficoltà e raccogliere altri successi, dando il nostro contributo ai necessari cambiamenti della nostra società per renderla migliore, più inclusiva, riducendo sempre di più le disuguaglianze.

Ho imparato molto da questa esperienza.

Ho imparato soprattutto che non si fanno passi avanti quando ci facciamo prendere dal vuoto di sterili polemiche quotidiane, troppo spesso legate ai destini personali, perdendo di vista l’obiettivo comune. Ho imparato che piuttosto che accettare questo stato di cose serve farci carico dei problemi di tutti, agendo con caparbietà e pazienza per cambiare le cose, per “sortire insieme dai problemi”, come insegnava Don Milani.

Ho imparato, anche vedendo i dati di astensione dal voto e la diminuzione del numero degli iscritti, che di fronte alla crisi della politica la soluzione è avere più persone che fanno politica attiva. Quindi chi ha idealità di solidarietà e le vuole mettere a disposizione della collettività non deve abbandonare l’impegno politico. A noi del PD serve uno scatto d’orgoglio: dobbiamo resistere al presente, dare e creare prospettive per il futuro, offrire soluzioni possibili e non immaginarie, dare speranza.

Il Pd, anche quello veronese, deve però cambiare per essere attrattivo e motore di cambiamento. Anche per questo ho scelto di non ricandidarmi nonostante in tante e tanti me lo abbiano chiesto.  

La scelta di trovare soluzioni unitarie per l’elezione degli organismi, evitando quelle divisioni che spesso hanno avuto conseguenze divisive e insanabili, seppur complicata e percepibile come una contrazione del legittimo confronto interno, nei quattro anni in cui sono stato segretario ha permesso al nostro partito di arrivare fin qui. Come ho detto si poteva e doveva fare di più, ma assicuro che abbiamo messo tutte le risorse disponibili per fare quanto abbiamo fatto.  Sono convinto che con questo spirito anche i prossimi segretari provinciale e cittadino sapranno guidare il partito verso nuovi successi.

Maurizio Facincani