UN PRIMO MAGGIO STRANO

Pubblicato da il 2 Maggio 2023

Che strano primo maggio. La festa del lavoro è inquinata da un messaggio subliminale: il Governo di destra se ne appropria, i sindacati sono stati coinvolti ma si attestano sullo scontro.
Non è così. La scelta del giorno e delle modalità è un’operazione astuta e meschina. Il Governo racconta ai sindacati il decreto legge giusto nel momento in cui viene presentato. E tutti noi possiamo conoscerlo tramite la stampa.
Questo non è il dialogo di cui parla la Meloni. Il dialogo è ascolto. Non c’è un Governo che parla e i sindacati che non possono fare altro che assentire o criticare.
Può sembrare una questione formale, quando invece è una operazione di bieca strumentalizzazione.
Certo ci sono risorse economiche destinate al lavoro povero, ai disoccupati, agli inoccupati (i ‘famosi’ neet – e poi si vuole che si parli in italiano). A fianco ci sono le maglie di nuovo allargate del lavoro precario. Nulla di nuovo sotto il sole. Sono ripescate le regole del precariato senza rendersi conto dei cambiamenti, con un lavoro sempre più divaricato, tra settori e territori: deboli e forti, tradizionali e innovativi. Nessuna spinta al futuro dei giovani e delle donne, se non prolungare i tempi dell’apprendistato e del contratto a termine.
Percorsi purtroppo ben noti e che non parlano di lavoro stabile e di qualità, indispensabile all’epoca della digitalizzazione e delle nuove tecnologie.

Donata Gottardi, responsabile Politiche del Lavoro Pd Verona
Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona
Alessia Rotta, segretaria cittadina Pd Verona