COLLETTORE DEL GARDA: PD VERONA A FIANCO DEI SINDACI E DELLA COMUNITÀ DEL GARDA. REGIONE E GOVERNO INTERVENGANO PER SBLOCCARE L’IMPASSE

Pubblicato da il 11 Maggio 2023
Sei anni di indugi per scegliere la posizione dove collocare il nuovo depuratore per la parte bresciana non possono tradursi in un blocco di fatto di un’opera necessaria per la salvezza del Garda, fondamentale per la sicurezza ambientale del territorio e la tutela della nostra risorsa idrica.

Grazie al lavoro svolto negli anni scorsi dai parlamentari del Pd veronese Alessia Rotta e Diego Zardini la questione della tutela del Garda ha ricevuto per la prima volta l’attenzione che merita. Sono state individuate soluzioni condivise e le risorse necessarie. Ora è tempo che chi di dovere, Regione e Governo in primis, prendano posizione e facciano quanto è in loro potere affinché tutti i soggetti coinvolti, a partire dai Comuni della sponda bresciana, diano attuazione agli impegni assunti con l’accordo del 2017, e cioè realizzare il nuovo depuratore per la parte occidentale e dare avvio al nuovo collettore nella sponda bresciana. Va detto molto chiaramente: avanti di questo passo si rischiano di perdere i fondi, e a lavori già avviati per la realizzazione del primo tratto del collettore veronese sarebbe una svolta disastrosa.

EFREM BIGON, dell’esecutivo provinciale Pd Verona con delega all’Ambiente e al Territorio fa sapere che “Il Partito Democratico di Verona accoglie l’appello dei Sindaci Gardesani e della Comunità del Garda e promuove, attraverso la propria Consigliera Regionale Anna Maria Bigon, una mozione al Presidente e ai Consiglieri della Regione Veneto e a tutte le forze politiche regionali affinché intervengano presso il Ministro che si deve assumere l’onere di una decisione non più rinviabile. Al riguardo, il Partito Democratico di Verona valuta positivamente l’apertura di un tavolo delle parti coinvolte ma si dissocia dalla posizione del Ministro che contemporaneamente rilancia la soluzione ad un accordo locale. Ciò non è giustificato in questa situazione di paralisi e a fronte del rischio ambientale così come è stato più volte e da tempo denunciato. Il Ministro quindi assuma le decisioni necessarie e sblocchi la situazione attraverso la realizzazione dei depuratori previsti nell’accordo del 2017”.

ANNA MARIA BIGON, consigliera regionale veronese del PD conferma: “Il ruolo della Regione è stato importante in passato e lo è tuttora non soltanto sul piano economico per il contributo che può dare per la realizzazione del progetto ma ancor più sul piano politico e istituzionale, promuovendo una forte azione presso il Ministro per la concreta e veloce realizzazione di un progetto condiviso e sottoscritto. E’ quello che chiederò a tutto il Consiglio con la mozione che sto preparando”.

ALESSIO ALBERTINI, vicesegretario Pd Verona e componente dell’Esecutivo Pd Veneto con delega alla Sostenibilità e alla Filiera Agroalimentare precisa che il partito, locale e regionale, non intende prendere posizione sulle alternative progettuali della sponda bresciana. Ribadisce tuttavia “il principio della autonomia degli scarichi di depurazione delle due sponde gardesane, che non appartengono allo stesso ambito né alla stessa Regione”. E sottolinea che “da oltre 30 anni il depuratore di Peschiera si è fatto carico dei reflui della sponda bresciana. Ora è il momento che oltre a realizzare i due tratti distinti di collettamento, si realizzi anche il relativo distinto impianto di depurazione. La Regione Veneto deve far sentire la sua voce in questo senso. Lo deve ai cittadini della sponda veronese del lago di Garda, che, lo si ricorda, attrae in Veneto oltre dieci milioni di turisti ogni anno”.

ALESSIA ROTTA già deputata Pd per due legislature ricorda che la realizzazione del depuratore sulla sponda bresciana è passaggio indispensabile in quanto non esiste un Ambito idrico unico del Garda. Ci sono due regioni e il depuratore di Peschiera non ha alcun obbligo di norma nei confronti della riva bresciana. “Da Presidente della commissione ambiente e infrastrutture ho audito la sponda bresciana con vari incontri dedicando tempo e attenzione. Tutte le argomentazioni addotte in questi anni, dal presunto buono stato della condotta sublacquale, all’inadeguatezza del Chiese come condotta per i reflui depurati sono solo alibi che nascondono la disputa tra i comuni che dovrebbero ospitare il depuratore”.

MARCO COFANI segretario PD del Circolo di Peschiera: “Peschiera ha svolto e continua a svolgere un ruolo di pubblico servizio nei confronti di tutti i Comuni del lago, in virtù di come era stato impostato il progetto del primo collettore. Logica vuole che dopo 40 anni e di fronte alla necessità indifferibile di rivedere e potenziare il collettore, anche l’onere di ospitare un impianto di depurazione vada necessariamente redistribuito. Peschiera e la sua comunità non possono continuare a farsi carico, da sole, di un impianto di tali dimensioni”.

Il Pd chiede pertanto che Regione e Governo si facciano carico delle proprie responsabilità nei confronti del territorio veronese e intervengano per dirimere i nodi di una questione che sta letteralmente soffocando la salvaguardia del Lago.