FONDAZIONE ARENA: AZZERARE PER RIPARTIRE
Verona, 4 luglio 2023. L’Arena è un bene della città. Cosa significa questo? Che l’interesse di tutti deve prevalere sugli interessi dei privati. Che la collaborazione tra Comune, Fondazione e chi organizza i concerti è necessaria. Che le scelte artistiche e di accesso all’anfiteatro devono essere trasparenti. Che i costi ovvero le esternalità sulla città debbano essere ricomprese nei costi di affitto dell’Arena.
Per tutti questi motivi il dialogo tra amministratori della città, chiamati, per il loro incarico, a vigilare sui beni pubblici e sul loro utilizzo, e chi affitta e organizza i concerti in Arena deve essere costante e continuo, ad esempio per evitare la sovrapposizione di eventi. Questo sarà tanto più importante in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Nell’ultimo anno ciò non è avvenuto, o è avvenuto in maniera insufficiente.
Ora sembra che la situazione sia arrivata ad un punto di svolta: come è noto è in atto un’azione legale per l’autoproclamata facoltà da parte della Sovrintendenza della Fondazione Arena di nominare il CdA di Arena di Verona srl, scelta che anche il Ministero ha ritenuto illegittima.
Come Partito Democratico appoggiamo l’azione del Sindaco, che a fronte di un atteggiamento a dir poco irrispettoso e poco collaborativo da parte della Sovrintendenza, ha portato fin troppa pazienza. E aggiungiamo che questo delle nomine di Arena di Verona Srl non è, a nostro avviso, l’unico elemento di criticità nella tenuta dei rapporti tra Comune e Fondazione Arena.
Ci riferiamo in particolare alla deliberazione di Giunta comunale numero 384 del 15 aprile 2022, approvata dalla giunta Sboarina che ha deliberato lo schema di accordo per la concessione in uso gratuito dell’anfiteatro Arena a Fondazione Arena di Verona e, in sub concessione, ad Arena di Verona Srl, per il periodo 2022-2025.
Ai sensi dell’articolo 42, comma 2 lettera I del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) la decisione, a nostro avviso, avrebbe dovuto fare un passaggio in Consiglio Comunale, cosa che non è avvenuta. Il citato dispositivo stabilisce infatti che le Concessioni debbano essere di competenza consiliare. Inoltre, negli atti fondamentali precedenti non veniva citata la possibilità della sub-concessione, aspetto tutt’altro che marginale. Solleviamo dubbi anche sulla lettera i) dei citati articoli e commi, poiché le spese e/o le mancate entrate di concessioni pluriennali sarebbero di competenza consiliare.
Non ci sfugge che per la delibera 384/2022 i termini di un ricorso giurisdizionale sono ampiamente scaduti, tuttavia la revoca o il recesso dal contratto potrebbe comportare l’annullamento in autotutela del citato provvedimento 384/2022, o la revoca, riportando la valutazione dei contenuti all’organo competente, cioè al Consiglio Comunale.
L’articolo 5 del contratto di concessione dell’anfiteatro Arena prevede due modalità di conclusione anticipata del contratto stesso: l’applicazione del diritto di recesso, con preavviso di 6 mesi, e la revoca da parte del Comune, per motivi diversi.
Il Pd condivide pienamente l’azione svolta dal Sindaco, intesa a salvaguardare l’immagine della città e degli spettacoli lirici ed extra-lirici. Con grande responsabilità e pazienza Tommasi ha evitato all’inizio ogni scontro istituzionale; ha promosso la trasparenza richiedendo la documentazione spettante al Presidente della Fondazione ed invitando la Sovrintendente ed i componenti del CdA ad un confronto aperto in Consiglio Comunale; ha svolto un ruolo determinante per la definizione transattiva di molte cause di lavoro del personale dipendente ed in particolare di quello precario; ha autorizzato i concerti extra-lirica anche se ne poteva fare a meno ed è stato in prima linea affinché il Centesimo della stagione lirica in Arena si svolgesse regolarmente.
Non si può affermare, invece che sia stato collaborativo il comportamento della Sovrintendenza e della parte politica che la sostiene, incapace di accettare ancor oggi il risultato delle elezioni comunali. I cittadini hanno chiesto e chiedono che il Sindaco, eletto direttamente, guidi la città e le sue istituzioni, riservandosi il giudizio al termine dei cinque anni. Il tentativo di impedire questo procedimento democratico, un vero insulto alla città, non ci può lasciare indifferenti.
Il PD veronese ritiene che, per il bene della città, sia giunto il momento di fare un passo ulteriore: va avviata al più presto la procedura di recesso dal contratto di concessione e subconcessione, diffidando Arena di Verona srl dallo stipulare contratti con gli artisti per il 2024. Volendo, poi, vi sono inoltre i presupposti per la revoca della concessione nei confronti di Fondazione Arena e conseguentemente della sub-concessione ad Arena di Verona s.r.l., poiché gli atti compiuti dalla Sovrintendente sono risultati illegittimi ed invita il Sindaco a valutare, anche mediante un approfondimento giuridico, tale ipotesi. Solo azzerando tutto possono tornare le condizioni di un dialogo utile a ripartire”.
Peraltro tale scelta darebbe maggiore autonomia al Comune nella programmazione ed esecuzione dei lavori in Arena in previsione delle Olimpiadi invernali 2026, ed eviterebbe l’accumularsi nel medesimo periodo di più iniziative, tra loro scoordinate.
Si valuti inoltre la possibilità da parte del Comune di riportare, come accadeva in passato, in house la gestione dei concerti, per garantire quel coordinamento tra le numerose iniziative di carattere turistico, sportivo, artistico e di altra natura che gravitano intorno all’Arena.
Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona
Alessia Rotta, segretaria cittadina Pd Verona
Fabio Segattini, capogruppo Pd in Consiglio comunale
Alberto Falezza, consigliere Pd vicepresidente della Commissione Cultura
Francesco Casella, consigliere comunale Pd Verona
Carla Angoli, consigliera comunale Pd Verona