ISTITUTO ASSISTENZA ANZIANI, PD VERONA INCONTRA RSU E CDA EMERGENZA RISORSE: AUMENTA LA DOMANDA, CALANO LE IMPEGNATIVE, ESPLODONO I COSTI
Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 22 novembre, si è tenuto un incontro tra una delegazione del Pd veronese, con il segretario provinciale Franco Bonfante, la consigliera regionale Anna Maria Bigon, il capogruppo comunale Fabio Segattini, i consiglieri comunali Carla Angoli e Alberto Falezza con le Rsu rappresentanti dei lavoratori dell’Istituto assistenza anziani e, successivamente, con il consiglio di amministrazione dell’Ipab e il suo presidente Franco Balbi.
I delegati sindacali hanno illustrato la situazione lavorativa dei circa 450 dipendenti dell’Istituto, esprimendo soddisfazione per le positive relazioni intervenute con il nuovo Presidente e CdA, che hanno permesso la conclusione dell’accordo proposto dal giudice del lavoro e la creazione di un diverso e migliore clima lavorativo e con gli ospiti. Le tensioni provocate dalla precedente gestione a partire dal 2019 avevano provocato una vera e propria fuga del personale, in particolare sanitario, che ora faticosamente si sta cercando di superare. I rappresentanti del PD hanno espresso la piena solidarietà del partito ai lavoratori dell’Ipab e hanno garantito l’impegno affinché dipendenti ed ospiti siano messi nelle migliori condizioni possibili.
La delegazione del PD si è poi incontrata con il Presidente e i rappresentanti di maggioranza del CdA. Il Presidente ha esposto i problemi principali dell’Istituto, con particolare riferimento al mancato rifinanziamento dei fondi regionali che sta mettendo in grave crisi tutte le Case di Riposo del Veneto. Ha inoltre comunicato che a breve sarà aperto un nuovo Hospice con 14 posti letto, un segnale importante per le cure palliative, un segnale di umanità profonda di cui andare fieri. Il PD ha assicurato pieno appoggio alle meritorie iniziative messe in campo dal nuovo cda che, a finaziamenti costanti, è riuscito anche ad aumentare la disponibilità di posti letto di 50 unità.
A fronte della crescita esponenziale della domanda da parte dei cittadini, il mancato adeguamento del fondo regionale per la non autosufficienza sta producendo una preoccupante riduzione delle impegnative di residenzialità. In tali condizioni, l’aumento dei costi di gestione, già ampiamente segnalato dalla conferenza dei presidenti delle Ipab venete, rischia di gravare interamente sulle famiglie che sono a loro volta in situazione di difficoltà economica.
Due sono le azioni richieste per evitare questo cortocircuito sociale: da un lato mettere le case di riposo pubbliche nelle condizioni di operare in condizioni almeno pari al privato accreditato, attuando la riforma delle Ipab attesa da 20 anni, che vede il Veneto l’ultima regione inadempiente rimasta in Italia. Secondo, adeguare il fondo regionale per la non autosufficienza alle mutate condizioni del contesto socio economico: per effetto dell’invecchiamento della popolazione, il numero, l’età media degli ospiti e le patologie di cui soffrono sono aumentate vertiginosamente. Alle strutture e al personale va garantito il supporto adeguato alle attuali esigenze e standard. La Regione metta subito 100 milioni di euro sul fondo per la non autosufficienza e faccia la riforma attesa da vent’anni.