MORTI IN STRADA E IN CARCERE: PRIMA DELLO STATUS GIURIDICO VIENE LA PERSONA
Questa è una delle volte in cui sarebbe utile venire incalzati anche dall’intera opposizione, perché per contrastare il fenomeno delle morti in carcere e per strada c’è bisogno del contributo di tutti: Comune, Provincia, Regione, Governo.
Insieme dobbiamo poter dire che oggi a Verona, in Italia, una delle prime città di una delle maggiori economie mondiali, non è possibile continuare a morire di freddo per strada o suicidi in carcere.
Il problema non è solo economico ma di civiltà. Insieme dobbiamo dire e comunicare con chiarezza che prima dello status giuridico di immigrato o di recluso, viene la dignità della persona che ha diritto ai servizi vitali: un tetto almeno per la notte, un pasto, cure sanitarie.
L’amministrazione comunale scaligera ha fatto enormi passi in avanti in questo senso potenziando i dormitori pubblici, le mense per i senza fissa dimora e avviando progetti per il reinserimento sociale dei detenuti, ma tutto ciò rischia di essere insufficiente di fronte ai pesanti tagli all’assistenza sociale, all’accoglienza e alla sanità e in persistenza di una propaganda sempre pronta ad etichettare il diverso e l’indesiderato.
Verona ha una tradizione secolare di accoglienza e solidarietà, è nello spirito della nostra città soccorrere i bisognosi. Le morti del giovane marocchino trovato assiderato nel deposito ferroviario di Santa Lucia e i suicidi che si susseguono a ritmo ormai settimanale nel carcere di Montorio non devono lasciare indifferenti.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Alessia Rotta, Carlo Beghini, Carla Agnoli
Per la segreteria provinciale Pd Verona
Franco Bonfante