Villafranca (Vr), discarica amianto di Caluri. Bigon e Zanoni (Pd): “Ulss 9 boccia il progetto e conferma le criticità già da noi evidenziate. La Giunta Zaia non può non prenderne atto”.
“Lo scorso 10 gennaio l’Ulss 9 Scaligera, attraverso il Dipartimento di prevenzione dell’Unità Servizio Igiene e Sanità Pubblica, ha espresso il proprio parere circa la realizzazione di una nuova discarica di rifiuti pericolosi contenenti amianto in località Caluri di Villafranca di Verona. Ebbene, dagli atti risulta testualmente che ‘alla luce delle criticità non compiutamente risolte, gli elementi di incertezza non consentono, allo stato attuale, di poter esprimere parere favorevole, per quanto di competenza ed in ottica precauzionale’. Si tratta dunque di una bocciatura che conferma i nodi critici già da noi evidenziati”.
A dirlo i consiglieri regionali del Pd Veneto, Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, che nei giorni scorsi hanno presentato una mozione sulla vicenda, chiedendo alla Giunta regionale di mantenere il divieto di realizzare discariche di materiali contenenti amianto in aree di ricarica delle falde acquifere, come nei casi di Villafranca e Valeggio sul Mincio.
“Due progetti – ricorda Zanoni – attorno ai quali, nel corso di un’assemblea pubblica organizzata dal Pd e tenutasi il 29 gennaio scorso a Villafranca, ho evidenziato fin da subito due pericoli: la stretta vicinanza degli impianti con i centri abitati e il rischio ambientale legato soprattutto alla perdita e all’aerodispersione delle fibre di amianto. Ora l’Ulss 9 conferma queste forti perplessità. Da un lato infatti il parere dice che ‘la distanza dai centri abitati in relazione alla direttrice dei venti dominanti deve essere oggetto di specifico studio come rilevato dal Comitato VIA’. E in più sottolinea che ‘ulteriori approfondimenti meritano le potenziali ricadute, in termini di impatto sanitario, sulle abitazioni e sui lavoratori presenti nelle immediate vicinanze (con particolare riferimento anche al sito militare e al centro abitato di Caluri situato a circa 180 m a Nord Est)’. Non da ultimo viene specificato che ‘permangono dubbi sulla potenziale compromissione ambientale, con particolare riferimento alla permeabilità molto elevata del terreno ed allo stato idrogeologico degli acquiferi superficiali e profondi’.
“Insomma – concludono Zanoni e Bigon – questo parere non può essere ignorato dalla Regione e anzi dovrebbe spingere la Giunta ad assumere le dovute azioni per mettere uno stop ai progetti”.