SCHLEIN A LEGNAGO TRACCIA LA STRADA DELLE ELEZIONI EUROPEE: “INVESTIMENTI COMUNI PER LO SVILUPPO E SUPERARE IL NAZIONALISMO DELLE DESTRE”

Pubblicato da il 25 Marzo 2024

L’Europa è l’unico motore di accelerazione dello sviluppo su cui possiamo contare per traguardare le sfide della transizione – ecologica, digitale, di sostenibilità sociale  – che abbiamo davanti. Per questo il Parlamento europeo deve proseguire nella politica degli investimenti  comuni avviata con il Next Generation EU adottato dopo la pandemia, così da fornire ai Paesi membri le risorse e gli strumenti necessari a raggiungere gli obiettivi, impegnativi ma necessari, posti dalle varie direttive e regolamenti europei.

Pur nelle diversità di accenti, punti di vista, competenze, questo è il filo rosso che ha legato i numerosi interventi che hanno punteggiato l’intesa mattina di lavori all’hotel Pergola di Legnago dove sabato mattina si è svolto l’evento “L’Europa che vogliamo” promosso dal Forum Europa del Pd nazionale in collaborazione con i livelli regionali e provinciali del partito alla presenza della Segretaria nazionale Elly Schlein.

Nel suo intervento Schlein ha esaminato alcuni passaggi chiave: “Ci sono questioni che non possiamo più affrontare rinchiusi dentro ai nostri confini nazionali. La sfida di restituire per davvero la sovranità ai cittadini, come la nostra Costituzione stabilisce, non si vince ponendosi in una posizione difensiva ma riconoscendo il valore assoluto del livello europeo, l’unico in grado di  affrontare la grandezza e la portata di queste sfide. Questo è, del resto, il lavoro che abbiamo fatto in questi anni al Parlamento Europeo e per questo ringrazio la nostra delegazione europea”.

“Il Next Generation EU è stato il più grande piano di investimenti comuni della storia europea e una insostituibile occasione di rilancio per il nostro Paese, al quale sono stati assegnati circa 200 miliardi di euro, per lo sviluppo dell’economia digitale, la conversione ecologica e la riduzione dei divari. Io tuttavia ho una preoccupazione che condivo con voi – ha appuntato la Segretaria –: che quella finestra di opportunità che si è aperta dopo la pandemia per effetto dell’intrecciarsi della crisi pandemica e della consapevolezza che soltanto insieme se ne poteva uscire, oggi rischia di chiudersi per una normalizzazione voluta soprattutto dalle destre nazionaliste che fin dall’inizio non volevano andare in quella direzione così cruciale per l’Italia”.

Per Schlein “Il Next generation EU (750 miliardi di euro in 4 anni) è stato “un primo, seppur timido embrione di politica industriale europea”, essenziale per un Paese a vocazione industriale come il nostro. “Ma bisogna lavorare per dare continuità agli investimenti”.

Richiamando le parole di Mario Draghi, secondo il quale all’Europa sarebbero necessari 500 miliardi all’anno soltanto per stare al passo con il resto del mondo, la Segretaria ha esortato: “Abbiamo bisogno di una politica industriale europea, perché se in Europa ci rinchiudiamo negli egoismi nazionali, nella rigidità della disciplina degli aiuti di Stato, succede che chi ha più margine fiscale, sarà più attrezzato per fare gli investimenti sulle nuove filiere indispensabili per il rilancio dell’economia europea. Se non proseguiamo sulla strada degli investimenti comuni, l’Italia rimane indietro, e se l’Italia rimane indietro rimane indietro anche l’Europa. Questo è il quadro. Noi non siamo la Germania, non abbiamo i margini per fare gli investimenti così corposi. Le 4 milioni di micro-imprese italiane non hanno da sole la forza per fare gli investimenti in innovazione e ricerca necessari a stare al passo con questi cambiamenti. Abbiamo bisogno di una mutualizzazione delle responsabilità europee e di risorse proprie europee che accompagnino le nostre imprese soprattutto quelle piccole e medie.

“Le destre si stanno tappando gli occhi davanti ai cambiamenti, basti vedere l’assenza di misure contro la terribile emergenza climatica”. “Noi dobbiamo invece guardare avanti, e vorrei che arrivasse questo messaggio: l’Europa delle persone, l’Europa della salute, l’Europa del lavoro: niente e nessuno ci impedisce di raggiungere un futuro migliore, basta che, insieme, lo vogliamo”.