PUA ADIGE JEWELS: IL PARERE CONTRARIO DELLA SECONDA CIRCOSCRIZIONE

Pubblicato da il 23 Luglio 2024

Verona, 23 luglio 2024. Con 10 voti contrari e 2 astenuti (Forza Italia e Fdi), il parlamentino della Seconda Circoscrizione, riunito ieri sera in seduta ordinaria, ha confermato il parere negativo già formulato la settimana scorsa dalla competente commissione urbanistica in merito alla proposta di urbanizzazione denominata “Pua Adige Jewels”, presentata per località Nassar a Parona. Come già accaduto in commissione consiliare, le osservazioni al Pua con relativa proposta di parere negativo sono state illustrate dalla presidente della Seconda Circoscrizione Elisa Dalle Pezze e dal consigliere del Partito Democratico Silvano Pighi, Coordinatore della Commissione Urbanistica.

MOTIVAZIONI. Richiamando l’articolo 27 del PAQE, ovvero la pianificazione urbanistica regionale a cui l’area è soggetta, la quale individua il Nassar (chiamato Porta Parona) come “porta per i servizi e la fruizione turistica della città di Verona”, con esplicita previsione di una “riqualificazione ambientale dell’asta del fiume Adige per la fruizione turistica all’aria aperta”, Dalle Pezze e Pighi hanno osservato che “tali indicazioni non risultano assolutamente rispettate nel progetto dove è presente una forte prevalenza di destinazione residenziale e nessun servizio che possa essere associato alla fruizione turistica”. Gli esponenti Pd hanno dunque posto l’attenzione sul fatto che “il forte impatto in materia di consumo di suolo non risulta compatibile con l’intento di riqualificazione ambientale dell’Adige la cui naturalità in quel tratto sarebbe sicuramente compromessa dall’intervento”. Rilevato pertanto che “il fiume Adige con le sue sponde è inserito dalla Regione Veneto nelle Zone Speciali di Conservazione, si ritiene di dover mantenere la naturalità della zona”.

ISOLAMENTO. Il nuovo quartiere proposto, di oltre 300 abitanti, risulterebbe, poi, totalmente separato dal centro Parona e irraggiungibile a piedi o in bicicletta per effetto della ferrovia che costituisce una barriera invalicabile agli spostamenti dolci. Il territorio è inoltre scollegato dalla linea urbana degli autobus potendo contare soltanto sulla linea extraurbana di ridotta frequenza. A fronte di tali macroscopiche criticità, il progetto manca di uno studio del traffico, “necessario – hanno sottolineato Dalle Pezze e Pighi – per capire come i flussi di traffico impatteranno sull’abitato di Parona che già soffre del traffico che arriva dalla Valpolicella sia sulla direttrice di Strada per Arbizzano che su quella di Strada del Brennero, e a ciò si aggiunge che lungo le medesime strade, che poi confluiscono su via Preare e Lungadige Attiraglio, sono già stati autorizzati ulteriori insediamenti che appesantiranno la zona come la riqualificazione dell’ex Abital e la riqualificazione di Isap, approvata con la variante 29 del 2021”.

INFRASTRUTTURE. Dal punto di vista delle infrastrutture urbane il nuovo insediamento si collegherebbe al sistema fognario esistente di Parona, già sottodimensionato e in difficoltà in caso di abbondanti piogge: “Nessun intervento è infatti previsto per un suo miglioramento o potenziamento. Il tutto a danno di chi già risiede a sud dell’intervento oggetto di parere” hanno specificato i dem.

PARCO. Il nuovo parco territoriale, che dovrebbe rispondere alla vocazione di “Porta Parona”, risulta inserito tra le aree residenziali, quindi di difficile raggiungibilità; non è dotato di servizi e sarebbe soggetto ad inondazione. Si tratta pertanto di un’opera la cui manutenzione del verde e degli arredi sarebbe totalmente a carico del Comune, sul quale si scarica anche il rischio di esondazione, e la sua fruizione sarebbe limitata ai nuovi residenti. “Molto più prossimo alla città abbiamo il Parco dell’Adige Nord su cui il Comune può investire risorse per la valorizzazione e promozione” hanno osservato presidente e consigliere, che chiedono un approfondimento sul rischio di esondazione in relazione ai garage sotterranei.

CONCLUSIONI. Concludono Dalle Pezze e Pighi: “E’ un progetto che prevede consumo di suolo e traffico in una zona di cui va preservata la naturalità. L’errore a monte sta sicuramente nell’aver individuato, da parte della Regione Veneto, all’interno del Piano Quadrante Europa (PAQE), questa zona a destinazione residenziale/servizi con importanti volumi edificatori, consentendo ai privati di presentare progettualità edilizie di grande impatto e interferendo con gli strumenti urbanistici comunali che devono sottostare al piano regionale”.