Long Covid, Bigon (Pd): “Piano regionale per riabilitazione procede a rilento, campagna di sensibilizzazione senza riscontri, nessun accenno a investimenti”.
“Il long Covid è una sindrome che peggiora la qualità della vita di molte persone. E il rischio è che non vi sia attorno alla sua cura una sufficiente attenzione. Purtroppo, dalla risposta ricevuta ad una nostra interrogazione, emerge un quadro insoddisfacente sulle misure messe finora in campo dalla Regione”.
A dirlo la consigliera regionale del Pd, Anna Maria Bigon, prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta dai colleghi Camani, Luisetto, Zanoni e Zottis, cui è stato dato riscontro dall’assessora regionale alla Sanità.
“Al momento, malgrado la necessità di creare una rete di cura capillare sul territorio regionale, l’unico centro per la teleriabilitazione dei pazienti long-Covid resta il CERTTT di Padova. Il piano regionale prevede una diffusione del modello nelle altre Ulss entro giugno 2025, una tempistica troppo lunga e che non convince, considerando che è subordinata alla validazione del sistema in collaborazione con Azienda Zero. Bisogna superare al più presto un quadro di assistenza che attualmente viene svolto da ambulatori generali che non tengono conto della complessità di una sindrome che richiede un approccio integrato e specializzato”.
L’altro nodo sollevato dai consiglieri dem è quello della “inadeguatezza delle campagne di sensibilizzazione. Sebbene siano stati forniti materiali informativi e attivate campagne, la risposta dell’assessora Lanzarin non documenta l’impatto concreto di queste iniziative. La diffusa mancanza di consapevolezza sui sintomi del long-Covid e lo stigma persistente ci dicono che le campagne non sono state sufficientemente mirate o efficaci”.
Infine Bigon evidenzia che “non viene fatta menzione di ulteriori risorse o investimenti. Nessun accenno insomma su come la Regione intende rafforzare il personale o le strutture esistenti per gestire il crescente bisogno di assistenza contro il long Covid”.