ELEZIONI REGIONALI: I GIOCHETTI SONO FINITI, AL VENETO SERVE UN NUOVO CICLO POLITICO

Pubblicato da il 20 Gennaio 2025

Il Segretario regionale Pd Andrea Martella fa il punto sulla situazione politica del Veneto

Non è difficile prevedere che l’anno che si è appena aperto, come del resto quelli che l’hanno preceduto, sarà complesso e carico di incognite. Incognite legate alla guerra in Ucraina, che dura ormai da quasi tre anni senza ancora intravedere iniziative capaci di porvi fine. Alla situazione in Medio Oriente, perché la tregua appena siglata per il rilascio degli ostaggi israeliani ed il cessate il fuoco a Gaza è una bella notizia che volevamo arrivasse e che riaccende le speranze di pace, ma lascia ancora molto incerto il futuro e lontano l’unico traguardo possibile, quello dei “due popoli, due Stati”.

Incognite rispetto alla seconda presidenza Trump, che si aprirà tra pochi giorni nel segno degli interrogativi: sulla sfida tra super potenze con la Cina e sull’impostazione protezionistica e isolazionista che probabilmente sceglierà la Casa Bianca, cosa che chiamerà in causa la capacità dell’Unione europea di dimostrare la necessaria coesione, pena il rischio di finire ai margini della scena globale.

In tutto questo, avere dubbi sul fatto che dall’Italia possa venire una spinta europeista verso la maggiore integrazione che serve appare purtroppo più che lecito, perché dopo più di due anni i suoi tratti distintivi sono evidenti: attenzione alla sola gestione del potere in nome dei propri interessi, divisioni molto più ampie di quanto non si cerchi disperatamente di far credere e, come ha dimostrato la pessima Legge di Bilancio da poco approvata, totale incapacità di risolvere i problemi degli italiani. Nessuna soluzione, infatti, per le liste d’attesa nella sanità pubblica, per le bollette che gravano sulla vita delle famiglie e l’attività delle imprese, per i salari e le pensioni che perdono potere d’acquisto, per la paralisi dei trasporti pubblici.

Tutti problemi che i cittadini veneti ben conoscono e si sono aggravati in questi ultimi tempi, segnati dal triste e sempre più improduttivo crepuscolo di un lungo ciclo politico: trent’anni di governo del centrodestra e quindici di presidenza Zaia.

Andato ormai a vuoto il tentativo di restare aggrappato al suo posto invocando un terzo mandato – che poi nel suo caso sarebbe stato il quarto – Zaia sta chiudendo la sua esperienza nel segno di uno scontro così duro e di una rottura così profonda tra Lega e Fratelli d’Italia da rendere non più credibile qualsiasi ipotesi di futura convivenza tra le forze di questa ormai inesistente maggioranza. Soprattutto, la sta chiudendo con un imbarazzante fardello di promesse mancate e di risultati mai raggiunti. Basti pensare alle grandi difficoltà della sanità e ai dati in discesa della produzione industriale, alla voragine finanziaria creata dalla Pedemontana, all’assenza di risposte adeguate a livello di prevenzione ambientale di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, alle occasioni di sviluppo mancate a causa dell’incapacità della Regione, come nei casi recenti della gigafactory di Intel o della Silicon Box, e ai tanti giovani costretti a lasciare il Veneto per cercare il loro futuro altrove.

E ovviamente alla regina delle promesse mancate, l’autonomia: hanno voluto portare avanti un progetto del tutto irrealizzabile, solo come una bandiera da sventolare, senza avviare alcun confronto con chi, come noi, aveva presentato proposte serie per un’autonomia responsabile, così da evitare di andare ad infrangersi sugli scogli evidenziati dalla Corte Costituzionale.

Ora tutti i nodi sono venuti al pettine e sono ben visibili. Anche per questo il tentativo di spostare la data delle elezioni regionali dall’autunno di quest’anno alla prima metà del 2026, magari con la ridicola motivazione dell’inaugurazione delle Olimpiadi, ha in sé qualcosa di disperato.

Noi, invece, stiamo lavorando e saremo pronti. Stiamo costruendo una coalizione e un programma che al centro abbiano il lavoro, la sanità, l’ambiente, i diritti. La qualità della vita. Perché senza benessere sociale non ci può essere vera crescita.

Per procedere lungo questa strada serve una salda e convinta alleanza, che coinvolga la società veneta in tutte le sue componenti, unendo forze civiche, movimenti, realtà locali intorno a un progetto comune per il Veneto.

È la grande sfida che affronteremo insieme e che insieme possiamo vincere.

Andrea Martella