REVOCA CITTADINANZA ONORARIA A SAVIANO: FU VENDETTA POLITICA. MESSAGGIO DANNOSO CHE MACCHIA LA STORIA DELLA CITTÀ
Verona, 12 febbraio 2025. “Dalla pubblicazione delle chat interne al partito di Fratelli d’Italia viene la conferma che l’atto di revoca della cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano, approvato a maggioranza il 23 dicembre 2020 (amministrazione Sboarina) fu un gesto di vendetta politica e di sfregio personale nei confronti dell’intellettuale, prima osannato dalla destra per la sua battaglia di denuncia contro le mafie, e poi inviso a seguito di alcune posizioni scomode prese da Saviano su immigrazione, morti nel Mediterraneo e legalizzazione delle droghe”.
Così il capogruppo comunale del Partito Democratico Fabio Segattini, che argomenta: “In queste chat si legge l’allora presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio che brandisce la delibera appena approvata come fosse un trofeo: ‘Carissimi, come regalo di Natale Vi comunico che il consiglio comunale di Verona da me presieduto ha appena revocato la cittadinanza onoraria a Saviano’ dice”.
“Altro, dunque, che difesa delle prerogative della città con cui avevano cercato di ammantare la decisione: la vicenda è stato un regolamento di conti. Per puro senso di rivalsa Ciro Maschio e alleati si sono rimangiati la parola data 12 anni prima, nel 2008 quando, sottoscrivendo la proposta di conferimento della cittadinanza allo stesso Saviano, avevano spiegato che si trattava di “un gesto simbolico che esprime i sentimenti di una Comunità che sente il dovere morale e politico di non lasciare solo lo scrittore Saviano nel combattere questa importante battaglia’ con riferimento all’attività di denuncia e di lotta alle mafie portata avanti dallo scrittore”.
“Ma quel senso del dovere è venuto presto meno da parte dei consiglieri della destra. Lasciare che il livore politico prenda il sopravvento sul bene assoluto della difesa della legalità è un messaggio devastante con cui la destra veronese ha macchiato la nostra istituzione” conclude Segattini.