Lo sviluppo della montagna con le politiche del governo Renzi
Lunedì 27 aprile si è tenuto a Bosco Chiesanuova un incontro di approfondimento e dibattito sul tema dello sviluppo della montagna, promosso dal Partito Democratico. Tra i relatori della serata, assieme ai deputati veronesi del PD on. Diego Zardini e on. Gianni Dal Moro, il segretario provinciale del PD Alessio Albertini, l’on. Enrico Borghi, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, e l’on. Roger De Menech, Presidente del Fondo per i Comuni di Confine.
Proprio sul nuovo Fondo e sulle prospettive di sviluppo che esso può garantire per le zone montane, gli esponenti del Partito Democratico si sono confrontati con amministratori dei comuni di prima e seconda fascia e con la cittadinanza.
Con la Legge di Stabilità del 2014 è stato garantito il rapido sblocco delle risorse spettanti ai Comuni, veneti e lombardi, che confinano con il Trentino – Alto Adige. 80 milioni di euro sono a disposizione per finanziare progetti nei comuni confinanti con le province autonome di Trento e Bolzano (Comuni di prima fascia) e per progetti condivisi tra i Comuni confinanti (di seconda fascia) con i Comuni di prima fascia.
Durante la serata è stata evidenziata la novità della nuova gestione di queste risorse: una parte è destinata ad opere di carattere comunale e un’altra parte invece è per opere strategiche che riguardino tutta l’area di confine.
La necessità di dare trasparenza alla gestione delle risorse e soprattutto l’esigenza di rimettere al centro il cittadino sono state le motivazioni che hanno spinto a rivedere i criteri di assegnazione e distribuzione dei finanziamenti.
E rimettere al centro il cittadino, come è stato evidenziato durante la serata, vuol dire consentire la realizzazione di quelle opere che siano propedeutiche alla vita del cittadino, che gli facilitino l’accesso ai servizi e che consentano l’erogazione di servizi di qualità. Per rimettere al centro il cittadino bisogna però avere la consapevolezza che conoscere le differenze esistenti tra i vari territori è il presupposto fondamentale per dare a tutti la libertà di scegliere il luogo in cui vivere.
E’ emerso anche che non ci può essere una politica della montagna sganciata dal contesto globale, contesto al quale non ci si può sottrarre. Questa è un’epoca di trasformazione: chi fa politica è chiamato a stare dentro i processi di cambiamento e a governarli. Avere il coraggio di credere nel protagonismo delle autonomie locali e dei sindaci da una parte, promuovere la qualità della spesa pubblica locale, credere nel percorso difficile e complesso delle unioni montane che possono essere una strumento per arrivare all’autonomia fiscale del territorio.
Mariateresa Zampieri
segretaria Circolo PD Lessinia
Tags: comuni, zone montane