Montichiari, bene il rilancio, ma a quale prezzo per Verona?

Pubblicato da il 7 Novembre 2015 0 Commenti

Presso Confìndustria Brescia si è tenuto un incontro tra imprenditori e amministratori pubblici sul futuro dell’Aeroporto di Montichiari. L’ipotesi studiata è un piano di rilancio con la costituzione di una Newco che punti a sviluppare il cargo e a raggiungere i tre milioni di passeggeri.

Le condizioni su Montichiari sono cambiate. Dopo il ritiro da parte di Sacbo del ricorso contro la proroga quarantennale della concessione al Catullo sull’aeroporto bresciano, l’incontro è stato fatto per valutare il futuro dello scalo che si trova nel bresciano, ma che è di proprietà dell’aeroporto di Villafranca.

Il sindaco di Brescia, il presidente di Abem, il presidente della Camera di Commercio e altri rappresentanti istituzionali bresciani hanno deciso di dare seguito all’intesa già sottoscritta mesi fa tra Abem, Catullo, Save e Aerogest, che prevede la creazione di una newco, partecipata al 20 per cento da Abem e all’8o% da Catullo per far decollare Montichiari sia sul versante cargo sia su quello passeggeri con l’obiettivo di raggiungere 3 milioni di viaggiatori in tre anni.

Nulla in contrario al rilancio del D’Annunzio, anzi. Sono anni che Verona ci rimette milioni di euro per ripianare le perdite di quello scalo. Le domande, però, nascono spontanee.

Se è vero che la newco sarà partecipata da Catullo e Sacbo, è altrettanto vero che Montichiari sarà valvola di sfogo per il traffico passeggeri di Orio al Serio, in quanto quell’aeroporto ormai è saturo. Irrealistico pensare che sarà il Catullo a dividere i propri passeggeri tra Villafranca e Brescia. Se così fosse, si consente ad un concorrente vero, peraltro di un altro bacino territoriale, di aumentare la concorrenza verso e a pochi metri da Verona.

La contropartita, a quel punto, potrebbe essere un lasciapassare per il Catullo di poter gestire il cargo su Montichiari. D’altronde, Orio al Serio non avrebbe lo spazio per farlo in proprio. In questo caso, però, a fronte del traffico passeggeri consegnato a Sacbo, il cargo sarà gestito tutto dal Catullo?

Quali equilibri gestionali, quindi, saranno decisi nella newco?

Sarebbe bene un confronto più chiaro su questo. Non crediamo che i soci veronesi abbiano tutti gli elementi per decidere in merito. Nel piano industriale del Catullo, oltre a licenziare i lavoratori, di questo non si parla.

Non si comprende il riserbo, a meno che non sia stata concessa una delega in bianco a Save.

Vincenzo D’Arienzo
parlamentare PD

Michele Bertucco
capogruppo PD in consiglio comunale Verona