La Camera di Commercio aumenta del 20% il diritto annuale: per quali progetti?
Per il triennio 2016/2018 la Camera di Commercio di Verona ha aumentato il diritto annuale al massimo previsto per legge. Il diritto annuale è il tributo dovuto ad ogni singola Camera di Commercio da ogni impresa iscritta o annotata nel Registro delle imprese e da ogni soggetto iscritto nel REA (Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative).
La misura del diritto annuale dovuto è determinata dal Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. Il diritto annuale che tutte le imprese devono pagare può essere aumentato fino ad un massimo del 20% dalla Camera di Commercio per il cofinanziamento di specifici progetti aventi per scopo l’aumento della produzione e il miglioramento delle condizioni economiche della circoscrizione territoriale di competenza.
La Camera di Commercio di Verona l’ha aumentato anche se nel provvedimento decisorio, per gli anni 2016, 2017 e 2018, non si trova alcuna indicazione di specifici progetti, ma si parla genericamente di finanziamento di bandi a sostegno diretto ed indiretto delle imprese.
Il paradosso è che il Governo è impegnato a ridurre la tassazione alle imprese e la Camera di Commercio, che è un Ente che associa le imprese di un determinato territorio per tutelare i loro interessi collettivi, le aumenta, addirittura per i prossimi tre anni. L’aumento del 20% del diritto annuale potrebbe valere per la Camera di Commercio di Verona circa 2 milioni di euro (circa 20 euro ad impresa, in media), che verranno, a quanto scritto, utilizzati per finanziare ulteriormente i bandi per le imprese e per i consorzi fidi. Nel 2015, senza dover ricorrere all’incremento del 20% del diritto annuale, i bandi per l’innovazione tecnologica e per i confidi sono stati finanziati per un totale di 3.650.000,00.
Nella delibera di aumento, però, i progetti non sono esplicitati. Poiché si tratta di una consistente diversità rispetto ai finanziamenti elargiti nel 2015 con fondi non derivanti da nessun aumento del diritto annuale, ritengo sia opportuno approfondire per capire se questi soldi possono essere impiegati anche per altro. Solo a titolo esemplificativo, leggo dalla stampa del contributo a Fondazione Arena, del rapporto con l’autostrada A/4, dell’acquisto di quote della Fiera, ovvero situazioni che sarebbero estranee al cofinanziamento di specifici progetti a favore delle imprese e degli iscritti alla Camera di Commercio ragione esclusiva dell’aumento.
Su questo punto, infatti, sono convinto che per sua stessa natura un contributo, ovvero l’erogazione di una somma a copertura di una spesa/investimento, è ben diverso da un cofinanziamento ovvero il sostegno alle spese necessarie per la realizzazione di un progetto. La legge prevede il cofinanziamento, non altro.
Ho presentato un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico per sapere se l’aumento deciso deve essere legato a progetti specifici a favore degli iscritti, se nella delibera stessa di aumento sono da indicare almeno i settori economici, se sono previste verifiche successive a riscontro degli intenti manifestati e se non sia il caso di circoscrivere con esattezza le tipologie di progetti da cofinanziare.
Vincenzo D’Arienzo
deputato PD