La relazione esposta dal segretario Albertini all’assemblea provinciale di lunedì 23 novembre
Quelle appena trascorse non sono state settimane tranquille per il PD Veronese. Alcune tensioni interne che sono nate dopo le elezioni regionali dello scorso maggio si sono acuite nei mesi successivi ed hanno portato ad una situazione che non è positiva.
Da parte di alcuni si è richiesta, anche a mezzo stampa, la convocazione di un congresso straordinario. Tuttavia nessuna mozione di sfiducia è stata depositata alla presidenza di questa assemblea. Per chiarezza, occorre ribadire che dalla semplice lettura degli statuti emerge inequivocabilmente che in mancanza delle dimissioni del segretario ovvero di un voto di sfiducia da parte della maggioranza assoluta dell’assemblea provinciale, nessun congresso straordinario può essere celebrato.
Senza volermi addentrare in una questione che non è all’ordine del giorno, mi limito a ricordarvi il contesto storico ed il quadro politico all’interno del quale il nostro partito provinciale oggi si muove.
Siamo prossimi ad una consultazione amministrativa che coinvolge 22 comuni della provincia e che riguarda in particolare alcuni importanti centri, primo fra tutti San Giovanni Lupatoto, dove il PD si presenta estremamente indebolito dopo la caduta dell’amministrazione guidata dal centrosinistra.
Inoltre si stanno già scaldando i motori in vista delle comunali di Verona, rispetto alle quali il PD non può assolutamente arrivare impreparato. Come testimoniato dalla situazione in quattro delle otto circoscrizioni cittadine, che incontrerò domani assieme alla segretaria cittadina Salemi, oltre che da numerosi altri segnali, si ha l’impressione che il sistema Tosi sia in disfacimento e che la città sia già alla ricerca di un soggetto cui affidare la responsabiltà per i prossimi difficili anni. Se a ciò si aggiunge una situazione all’interno del centrodestra di frammentazione e divisione, la guida del governo nazionale in capo al PD, la presenza in segreteria nazionale di una deputata veronese, si capisce come il nostro partito a Verona sia oggi inevitabilmente al centro dell’attenzione rispetto a tutta la città.
Questa situazione deve caricarci di ancora maggiore senso di responsabilità e io sono convinto che in un contesto di questo tipo di tutto ci sia bisogno per il PD a Verona, tranne che di un congresso straordinario. Oggi è il tempo della costruzione, del lavoro, della proposta, dell’apertura verso l’esterno: non è il tempo dell’ennesima conta interna tutti ripiegati su noi stessi.
D’altra parte nessun cambiamento di linea politica è avvenuto nè avverrà rispetto a quanto ho proposto al partito veronese due anni fa, al momento del congresso provinciale che mi ha eletto segretario a stragrande maggioranza: l’obiettivo politico mio e della mia segreteria è quello di costruire un PD nuovo, un PD di governo, in grado di dialogare con tutti gli attori che si muovono in città ed in provincia ed in grado di attrarre anche il consenso di chi in passato non ci ha votato e di chi non ha fatto parte in passato all’alveo tradizionale del centrosinistra.
Questa linea politica peraltro è stata confermata dalla direzione provinciale subito dopo la mia elezione ed è stata ribadita nel giugno scorso e non corrisponde certamente ad una idea solitaria partorita nel chiuso di chissà quali stanze.
E’ legittimo che qualcuno, che pure condivideva questo progetto politico, in questi due anni abbia maturato un’idea diversa. Ma questo non significa che si debba continuamente rimettere in discussione tutto. E’ finito il tempo dei congressi permanenti. Se questa linea politica sarà giudicata inadeguata nel 2017, al termine del mio mandato come segretario, il Partito in piena libertà e democrazia la ridiscuterà e, se lo riterrà, la potrà modificare.
Ma fino ad allora rivendico il diritto ed il dovere di realizzare il programma che mi ha eletto segretario.
E per essere chiaro fino in fondo, ribadisco ufficialmente in questa sede dopo averlo anche dichiarato alla stampa e agli incontri di partito cui ho partecipato in queste settimane, che il Partito Democratico di Verona è alternativo a Tosi. Non esiste nessuna ipotesi di accordo o alleanza con Tosi. Chi afferma il contrario lo fa solo per danneggiare il PD e si deve assumere la responsabilità politica di tali affermazioni.
E’ il PD che a Verona deve costruire assieme alla città la prospettiva per la grande Verona del futuro. Non è pensabile che tra i protagonisti di questa nuova primavera veronese ci siano coloro che si sono resi responsabili della cattiva amministrazione, dell’immobilismo e dell’isolamento politico, economico e culturale di cui purtroppo soffre oggi la nostra città.
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Stabiliti questi punti fermi, non voglio sfuggire tuttavia alla richiesta di un maggiore coinvolgimento che da più parti è stata sollevata. Ho ribadito in ogni sede e anche nel corso dell’incontro che ho avuto con la delegazione di segretari di circolo per il congresso, in data 31.10.2015, che da parte mia vi è la massima disponibilità a condividere la migliore organizzazione del partito, il coinvolgimento dei circoli, il rapporto tra il partito e gli eletti, insomma la volontà di mettere in campo tutte le azioni in grado di far sentire ognuno coinvolto e utile all’interno del PD di Verona.
Permettemi a tale riguardo di riferire che nel corso di due anni da segretario mi sono impegnato con ogni energia possibile nel mio ruolo, partecipando a 144 incontri con i circoli (una media di 1,5 la settimana), a 99 incontri o iniziative pubbliche, a 124 incontri di partito con sindaci, consiglieri, forum, segretari di circolo ecc, 309 incontri con singole persone legati all’attività di partito.
Certo, ritengo che si possa e si debba sempre crescere per migliorare e migliorarsi, ed anche per questo sono a proporvi questa sera una conferenza organizzativa che nasce da un lato dall’esigenza di una parte degli iscritti del PD di Verona di un maggiore coinvolgimento nella vita del partito; dall’altro dal dibattito in corso sia a livello nazionale che regionale sulla organizzazione del partito, sulla sua articolazione territoriale, sul rapporto tra partito e società civile; ed infine anche avuto riguardo alla analoga positiva esperienza appena conclusa con esito soddisfacente dal PD di Vicenza, come mi ha riferito avendone discusso a lungo il segretario provinciale Menegozzo.
Propongo quindi all’assemblea provinciale del PD di Verona di avviare da subito una conferenza organizzativa strutturata attraverso la costituzione di quattro gruppi di lavoro su quattro temi:
– organizzazione del partito
– rapporto pd nazionale – pd locale
– identità veneta del PD
– rapporto PD – società civile
La conduzione dei lavori di ciascun gruppo sarà affidata a due persone, scelte cercando di dare rappresentanza ai territori e alle diverse sensibilità del partito. Inoltre ogni gruppo potrà contare sul sostegno di un parlamentare, come soggetto di raccordo all’interno del partito. I quattro gruppi saranno coordinati dal segretario organizzativo Simone Madinelli.
Sono già in corso contatti con una figura professionale, psicologo, formatore ed esperto di dinamiche di gruppo, che ha seguito i gruppi di lavoro in contesti simili e l’intenzione è di convocare nei prossimi giorni un incontro con i segretari di circolo e gli otto referenti assieme questo professionista, che illustrerà le modalità affinchè il lavoro di gruppo sia efficace e produttivo.
I lavori di ciascun gruppo saranno gestiti liberamente dai due referenti e chiunque potrà parteciparvi. Ciascun gruppo avrà tempo indicativamente fino a fine gennaio per elaborare un documento. I quattro documenti saranno presentati in una giornata di lavori ai primi di febbraio, con la presenza di esponenti nazionali e regionali del PD.
Al segretario provinciale spetterà poi l’elaborazione di una sintesi da presentare a questa assemblea alla chiusura della conferenza organizzativa.
Confido che questa proposta, che non è la prima e non sarà l’ultima con l’obiettivo di costruire una maggiore unità del partito, possa contribuire a rafforzare la coesione tra noi e rafforzare tutto il PD di Verona per affrontare al meglio le sfide future.
Alessio Albertini
segretario provinciale