Situazione Hotel Lux, specchio di questa urbanistica pasticciona
Tra i primissimi provvedimenti della prima amministrazione Tosi che allora vedeva compattamente riunito l’intero centrodestra veronese, il caso dell’Hotel Lux preannunciava il modo di pensare della “nuova” classe dirigente veronese capitanata dal Sindaco Tosi, allergica alle regole dell’urbanistica e del buon senso.
Nella convinzione che lasciando mano libera ai singoli la città sarebbe “ripartita”, all’hotel fu concesso ogni tipo di deroga, ma i “lacci e lacciuoli” che allora si desiderava sciogliere hanno finito per legare la città ad una montagna di cemento ora molto difficile da gestire, sulla quale pesano una serie infinite di cause con il vicinato oltre che un’ordinanza di demolizione del 2014 emessa a seguito di riscontro di abuso edilizio.
La prima domanda che ci viene in mente è se il Comune abbia ad oggi incassato tutto quanto doveva incassare per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, le imposte per l’occupazione del suolo pubblico (che in 10 anni dovrebbero costituire una bella somma) e altri obblighi.
La seconda domanda è con quale criterio Tosi e la sua squadra scelgano le controparti private. Stando alle tantissime opere sparse per la città, avviate ma ancora in alto mare, è lecito farsi delle domande sulla sostenibilità dei progetti urbanistici in essere e sulla solidità delle fidejussioni depositate in Comune, a partire proprio da quella del Lux.
I consiglieri comunali Pd
Michele Bertucco e Fabio Segattini