Fondazione Arena: si rispettino gli impegni per il rilancio

Pubblicato da il 10 Novembre 2016 0 Commenti

Il Sindaco è stato l’unico a non fare pubblicamente gli auguri di buon lavoro al nuovo Sovrintendente nominato dal Ministero. Una persona che sulla carta ha il profilo e le caratteristiche per fare bene in quanto conoscitore a livello amministrativo oltre che tecnico-artistico della realtà nella quale è chiamato ad operare. Più di uno sgarbo istituzionale, questo silenzio pesa come un segnale di cattivo auspicio sulla strada del rilancio della Fondazione che, lo sappiamo tutti, è ancora tutta in forte salita. Ci auguriamo pertanto che tutti i soggetti coinvolti, a partire da quelli come Agsm che non sono terzi rispetto alle scelte politiche dell’amministrazione comunale, mantengano fede agli impegni presi. Ha fatto bene Tosi ad andare, su mandato della nostra mozione approvata dal Consiglio comunale, a chiedere maggiore sostegno alla Regione, ma la stesso sostegno va richiesto anche alle realtà cittadine che si erano già impegnate in vista di una strategia di rilancio, come la Camera di Commercio. Questo è il momento in cui nessuno può tirarsi indietro. Non può prevalere la logica del “se non comando io non deve giocare nessuno”. Se invece la visione e le scelte sono effettivamente diverse, se qualcuno pensa che la Fondazione Arena non meriti di essere salvata e rilanciata, lo dica apertamente, anche prima delle elezioni comunali del 2017. Questo è il momento che la città non si divida più fra commissario sì commissario no, privati sì o privati no, copertura sì copertura no. Dobbiamo capire che la lirica deve tornare nelle scuole e crescere assieme ai nostri bambini, che deve sentirsi la sua presenza appena atterrati in aeroporto o usciti dalla stazione. Per le strade deve sentirsi la presenza dell’Opera. Su questo dobbiamo concentrarci, sul valore che deve unirci per la promozione di Verona nel Mondo, e non su quello che ci divide, altrimenti a rimetterci è sempre e solo Verona.

Consiglieri Comunali Eugenio Bertolotti e Damiano Fermo