Provincia di Verona, ente decapitato
Nubi minacciose incombono sul Palazzo Scaligero, sede della Provincia di Verona, dove ormai non passa settimana senza che si apprenda dell’abbandono di qualche dirigente. Dopo l’addio del Segretario Generale Roberto Maria Carbonara, improvvisamente migrato al Comune di Reggio Emilia, ora tocca all’Ingegner Elisabetta Pellegrini, dirigente tecnico della Provincia fino a poco tempo fa deus ex machina dell’ente grazie all’incarico di Direttore Generale, fare le valigie per trasferirsi alla Regione Veneto dopo aver ottenuto l’aspettativa dalla Provincia.
“Congratulazioni all’ingegnere Pellegrini per il nuovo incarico – interviene il consigliere Stefano Ceschi di “Insieme per Verona” (Pd e centrosinistra) –. Chi non aspira a migliorare la propria posizione lavorativa? E come recriminare sulle scelte di vita? Eppure nell’ultimo anno la Provincia di Verona si è caratterizzata per una serie di scelte volte a negare ogni domanda di mobilità avanzata dai dipendenti in nome del senso di responsabilità nei confronti dell’ente”.
“Vista anche la vittoria del No al referendum di dicembre che salva le Province – continua Ceschi – resta ora un grande problema perché la riorganizzazione dell’ente, attesa da due anni, non ha ancora visto la luce e sicuramente questi cambiamenti improvvisi non aiutano, soprattutto quando se ne vanno proprio gli attori principali dell’attesa riorganizzazione. Credo sarà questo uno dei temi principali e più importante da affrontare con il nuovo Consiglio Provinciale e con il Presidente Pastorello: i dipendenti della Provincia vanno ringraziati per il lavoro svolto in questi anni difficili con il quale si è garantita la funzionalità dell’ente nonostante le enormi difficoltà economiche e quelle dovute ad una legge di riorganizzazione che doveva essere solo transitoria in attesa del voto referendario”.
“Congratulazioni all’ingegnere Pellegrini per il nuovo incarico – interviene il consigliere Stefano Ceschi di “Insieme per Verona” (Pd e centrosinistra) –. Chi non aspira a migliorare la propria posizione lavorativa? E come recriminare sulle scelte di vita? Eppure nell’ultimo anno la Provincia di Verona si è caratterizzata per una serie di scelte volte a negare ogni domanda di mobilità avanzata dai dipendenti in nome del senso di responsabilità nei confronti dell’ente”.
“Vista anche la vittoria del No al referendum di dicembre che salva le Province – continua Ceschi – resta ora un grande problema perché la riorganizzazione dell’ente, attesa da due anni, non ha ancora visto la luce e sicuramente questi cambiamenti improvvisi non aiutano, soprattutto quando se ne vanno proprio gli attori principali dell’attesa riorganizzazione. Credo sarà questo uno dei temi principali e più importante da affrontare con il nuovo Consiglio Provinciale e con il Presidente Pastorello: i dipendenti della Provincia vanno ringraziati per il lavoro svolto in questi anni difficili con il quale si è garantita la funzionalità dell’ente nonostante le enormi difficoltà economiche e quelle dovute ad una legge di riorganizzazione che doveva essere solo transitoria in attesa del voto referendario”.