Quote Sprar, anche Verona cresca gradualmente
Finalmente qualcosa si muove sul fronte dell’accoglienza: grazie all’azione del Prefetto e alla possibilità per i Comuni di consorziarsi, qualche Sindaco comincia a capire che redistribuire i richiedenti asilo sul territorio è un bene per tutti.
Per disinnescare pentole a pressione come Costagrande è però necessario che tutti i Comuni facciano la propria parte, a partire da quello del capoluogo che è ancora lontano dalla propria quota di accoglienza Sprar. E’ auspicabile dunque che anche Verona cresca gradualmente e cominci, anche sulla base dell’esperienza maturata finora, a predisporre i bandi per l’assegnazione dei nuovi incarichi ad associazioni e cooperative.
Paradossalmente ma non troppo, la vicenda dell’Ostello, i cui ospiti peraltro non rientrano nella quota Sprar di competenza del Comune di Verona, ha avuto l’effetto di mettere in luce limiti e potenzialità del sistema. Si è visto che senza un’azione corale di integrazione e di controllo capace di coinvolgere l’intera società civile, dalle istituzioni al volontariato, gli ospiti dei centri finiscono per riprodurre e coltivare relazioni sociali basate su etnie e gerarchie sociali proprie, dando vita a situazioni potenzialmente esplosive.
Occorre mettere nelle condizioni i servizi delegati dei Comuni di svolgere puntualmente la loro azione di controllo, di preparazione, di coinvolgimento delle molteplici realtà del loro territorio affinché l’accoglienza trovi anche la possibilità di esplicare una sua utilità sociale.
Questo non significa che “ce li dobbiamo tenere” a vita. Al contrario, occorre lavorare affinché le procedure per il vaglio delle domande di asilo siano più celeri e perché il rimpatrio di chi non ha diritto sia altrettanto rapido e certo.
I consiglieri comunali Pd Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti