D’Arienzo: la ‘ndrangheta e Verona.
L’ennesima inchiesta dell’Antimafia ha coinvolto 21 persone residenti nel veronese di cui uno arrestato.
Ancora una volta sono state accertate infiltrazioni della ‘ndrangheta nella nostra economia, in particolare nel settore dell’edilizia.
Il sistema è il solito: imprese edili costituite con i soldi delle associazioni criminali che avevano il compito di creare altro denaro con sovrafatturazioni (lavori eseguiti ma pagati molto di più) oppure con fatturazioni fasulle per lavori inesistenti.
In questo modo si pulisce il denaro sporco e si crea denaro lecito attraverso fatturazioni ad hoc.
Oltre al coinvolgimento di una società di San Giovanni ilarione, emerge che su 36 indagati, 26 sono residenti in Veneto e di questi 21 in provincia di Verona. Da qui il nome che gli inquirenti hanno imposto all’operazione di polizia: Valpolicella.
Spuntano continuamente indagini che dimostrano la presenza sempre più diffusa della criminalità organizzata a Verona.
Ci tranquillizza l’azione delle Polizie, speriamo che prosegua con efficacia, ma non possiamo non rilevare che accanto a queste scoperte c’è l’indifferenza del territorio.
Leggiamo le notizie, le commentiamo e ce ne dimentichiamo fino alla successiva scoperta. Così pure quando il Prefetto di Verona emette le interdittive antimafia nei confronti di aziende veronesi collegate alle cosche, ormai oltre una decina.
Perchè questa disattenzione?
Escluse la connivenza e la malafede, credo che Verona non sia pronta ad affrontare il fenomeno. Prevale la credulità che qui certe cose non possono esserci, immaginiamo che siano cose di altre regioni.
In questo silenzio prolificano le infiltrazioni criminali che minano la nostra sicurezza e danneggiano le aziende corrette. Non sfugga che in alcuni settori economici i danni dell’illegalità mettono in ginocchio aziende storiche del territorio e, quindi, posti di lavoro.
Il silenzio crea impunità o presunta tale e potrebbe indurre a far ritenere esistente una sostanziale copertura delle azioni illecite. Questo crea affiliazione e adesioni agli obiettivi delle cosche, anche da parte di professionisti del territorio creando una zona grigia di supporto che permette ai malavitosi di assumere credibilità. E avanti così…
Come si rompe tutto questo? Chi deve agire? Perché non viene fatto? Cosa deve ancora accadere? Tutte domande che faccio da tempo alla politica e alle istituzioni veronesi. Senza risposte.