Il nodo viabilistico del Teatro Romano ha bisogno di soluzioni serie
“Quando parliamo di Traforo parliamo del nodo viabilistico al Teatro Romano, che è un grande polo attrattore di traffico sia per la presenza di molte scuole, sia per la sciagurata scelta che a suo tempo fece la giunta regionale in cui Tosi era assessore alla Sanità di mantenere l’ospedale a Borgo Trento anziché delocalizzarlo”. Così i consiglieri comunali Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti, che proseguono: “Discutere seriamente di questo problema significa innanzitutto uscire dalla propaganda miracolistica degli ultimi anni che presentava il traforo come la soluzione di tutti i mali, e in seconda battuta riprendere un’attenta analisi della situazione reale dalla quale trarre le soluzioni più razionali, rendendosi conto che nessuna di esse sarà semplice o economica. Non è semplice delocalizzare le scuole che insistono nella zona; programmare aperture e chiusure ad orari differenziati delle attività che afferiscono a quella zona, oppure valutare la fattibilità di una galleria urbana che risolva parte delle criticità emerse con il progetto di Tosi, ma su questo che ci impegniamo a lavorare per dare delle risposte serie e realistiche ai problemi della città e dei veronesi”.
Proprio sulla galleria urbana il parlamentare Diego Zardini e il responsabile viabilità Pd Carlo Pozzerle rilanciano il progetto elaborato cinque anni fa dal Partito democratico per collegare i quartieri Est di Verona con Borgo Trento: “Un’ infrastruttura – spiegano – pensata non a servizio esclusivo del trasporto privato, ma aperta anche e soprattutto al trasporto pubblico di massa (anche di tipo filoviario), che permetterebbe di salvaguardare Veronetta e la zona del Teatro Romano, trovando all’uscita di Via Mameli una strada già a quattro corsie e la possibilità di un parcheggio multipiano per l’Ospedale di Borgo Trento. Una soluzione leggera, meno costosa e certamente più bancabile del Traforo di Tosi, di cui a ragione abbiamo sempre ribadito l’insostenibilità, che permetterebbe inoltre di superare il concetto di finanza di progetto, con futuri costi minimi di pedaggio, se non nulli per i cittadini”.