D’Arienzo: stiamo buttando la storia che abbiamo vissuto, ma anche il futuro.
Quando Romano Prodi propose la costituzione di un’unica coalizione, l’Ulivo, per unire le tradizioni valoriali cattolica democratica e laico socialista, e prospettava un unico partito politico, in tanti, pur essendo entusiasti, pensavamo a qualcosa di irrealizzabile, conoscendo la storia italiana.
Eppure, è avvenuto, grazie ad un leader unificante e ad obiettivi comuni. I risultati li conosciamo.
Oggi, quel progetto unitario è in discussione e probabilmente da esso si staccherà un pezzo che è parte integrante di una storia importante e che può dare ancora molto in futuro.
Considero un’eventuale scissione un errore storico che negherebbe le ragioni dell’incontro tra la sinistra ed il centro. Quelle ragioni non sono nelle nostre disponibilità o soggette ai caratteri dei leader, ma sono patrimonio comune del nostro elettorato. Continuo a vedere nel PD la collocazione naturale della sinistra di governo e penso che qui potremmo ancora e meglio portare avanti il pensiero ed i valori della tradizione socialdemocratica.
Rompendo il più grande partito della sinistra europea e prospettando un ritorno a due partiti divisi, si nega una storia che, seppur breve, ci ha consentito di governare più volte l’Italia ed approvare leggi di equità e uguaglianza.
Spero che ciò non avvenga contro qualcuno, Renzi in particolare, perché da che mondo è mondo, le battaglie alternative si fanno dentro e non fuori dai partiti.
Purtroppo, l’onda d’urto sarà importante e coinvolgerà noi, il governo, la società e quello che è peggio, è che non mi pare ci siano altri progetti politici per la guida del Paese.
Infatti, non sfugga che nel nuovo quadro la legge elettorale che può comprendere le esigenze di tutti non potrà che essere proporzionale, con buona pace dell’impostazione maggioritaria sulla quale l’Italia in qualche modo è stata stabile.
On. Vincenzo D’Arienzo