D’Arienzo: malavita, continua l’assedio su Verona
La presenza a Verona della criminalità organizzata si aggiorna con un fatto inquietante. Non abbiamo solo aziende che qui operano stabilmente e che per i loro rapporti con la criminalità sono state anche interdette dal Prefetto, ma questa indagine dimostra che Verona è territorio che si presta ad insediamenti, a volte fittizi, di società collegate.
Un fenomeno già osservato in passato.
Infatti, a seguito dell’indagine AEmilia, alcune società indagate e con sede in Emilia Romagna per sfuggire alle indagini trasferirono, per fortuna inutilmente, la propria sede in Valpolicella.
Emblematico, no?
Perché scelgono il nostro territorio? È la domanda preoccupata che pongo da sempre.
Esiste una rete qui a Verona che favorisce queste operazioni di trasferimento e di “accoglienza”?
Ad esempio, chi ha registrato l’impresa e ha suggerito quella sede? Chi ritirava la posta? Appare chiaro che si tratta di qualcuno che vive il territorio.
Massima fiducia negli inquirenti, credo sia utile saperne di più.
Non voglio allarmare nessuno, potrebbe trattarsi di una semplice azienda qui inserita per la tranquillità che Verona offre. I fatti scoperti, però, inducono a riflettere.
È il modus operandi che mi preoccupa. Aziende fasulle, con soci occulti collegati alla criminalità, con ingenti quantità di denaro in grado di competere sul mercato anche corrompendo. Credo sia un tratto distintivo di questo tipo di “imprenditorialità”.
La presenza di società simili inquina l’economia legale ed il silenzio che le circonda favorisce il loro radicamento.
Peccato che di questo tema si parla solo quando accade qualcosa.
È necessario fare cultura in modo che chiunque abbia intenzione di usare Verona per scopi illeciti sappia che non è gradito e che il nostro territorio è refrattario.
On. Vincenzo D’arienzo