D’Arienzo: immobili abbandonati, propaganda, mai una soluzione
E’ riemersa in questi giorni la solita discussione sugli immobili abbandonati, alcuni da anni ormai e del loro utilizzo da parte di persone senza fissa dimora e/o sbandati.
Riemersa.
Infatti, ciclicamente il tema si riapre perché da sempre non viene affrontato in maniera risolutiva, ma solo temporaneamente, spesso su sollecitazione di inchieste di tipo giornalistico o in concomitanza di un fatto di cronaca.
Questa volta è stato un principio di incendio divampato da alcuni materiali abbandonati presso l’ex Manifattura Tabacchi, in zona Fiera.
Poi, come dimostrano i fatti, si spengono le luci – in questi casi il fuoco – e nessuno se ne occupa.
Di colpo Verona si (ri)accorge che oltre a quel palazzaccio abbandonato ve ne sono tanti altri, “pubblici”, come questo o privati, come il Couver tennis distrutto dal fuoco pochi giorni fa.
Puntualmente, inoltre, si scopre anche che gli immobili abbandonati sono presi d’assalto da soggetti senza fissa dimora che approfittano del vuoto e vi collocano le proprie cose, le ultime rimaste loro.
Apriti cielo, anziché affrontare il tema del degrado che questi siti determinano, ci si concentra sulle persone che li frequentano, come se questi esistessero perché ci sono gli immobili.
Quindi, riparte la propaganda contro gli ultimi, contro il degrado che creano con la loro presenza e, ovvia conseguenza, sulla sicurezza minacciata.
Ecco, questa è la procedura ad uso e consumo dell’incapacità di risolvere il problema. E’ più facile sparare contro queste persone che affrontare l’abbandono degli immobili con i proprietari degli stessi, molto più forti, che rispondono a nomi altisonanti come la Cassa Depositi e Prestiti o società private molto note.
La cosa curiosa è che gli immobili abbandonati sono molti di più. Un giro nella vecchia ZAI consentirebbe un censimento a doppia cifra e, soprattutto, di constatare un traffico notturno insolito per un’area industriale.
Questo modo di governare il possibile degrado della città non lo risolverà mai, perché il solito giochino dei forti contro i deboli e viceversa non è adatto a chi si candida a governare una città.
Mi aspetto dal neo sindaco un’idea forte per riutilizzare questi contenitori una volta per tutte. E’ presto? Probabile, ma se si inizia parlando degli “sbandati” che occupano questi siti, si parte dalla coda e non dalla testa.