REFERENDUM AUTONOMIA Zardini: «Non c’è spazio per avventure» Il deputato veronese invita Zaia a rimanere nell’alveo della Costituzione
«Non c’è spazio per pericolose avventure catalane in Veneto. Zaia non tradisca il mandato degli elettori che domenica hanno affermato la propria richiesta di autonomia all’interno dell’unità nazionale e nell’alveo delle regole della Costituzione». Il deputato veronese Diego Zardini è allarmato dalla presa di posizione del presidente regionale il giorno successivo al referendum. «Chiedere lo statuto speciale o di trattenere i nove decimi dei tributi è semplicemente una provocazione per farsi respingere dal governo e dal parlamento qualsiasi proposta e continuare la personale campagna elettorale ideata da Zaia per prenotare una poltrona da ministro se non, addirittura, la candidatura a premier del centrodestra», afferma Zardini.
«Domenica sulla scheda c’era scritta tutt’altra cosa. C’era l’autonomia differenziata scritta in Costituzione nel 2001 dal centrosinistra a cui la Lega Nord è arrivata dopo sedici anni di travaglio, superando fasi secessioniste padane, fantasiose macroregioni del nord e inattuabili devoluzioni. La campagna referendaria è stata condotta dalla Lega in modo irresponsabile, condita di menzogne e promesse irrealizzabili come lo statuto speciale, il residuo fiscale e modifiche tributarie. Nulla di tutto ciò è previsto dalla Costituzione e soprattutto non era quesito proposto. Queste bugie hanno contribuito ad abbassare l’affluenza, prevista al 70 per cento e fermatasi al 58, con picchi negativi in quasi tutti i capoluogo delle province venete. Anche lo spreco di danaro, 15 milioni di euro, che con una linea già adottata dall’Emilia Romagna avrebbe potuto essere evitato, ha tenuto decine di migliaia di cittadini lontano dalle urne».
Ora, conclude Zardini, «non si perseveri nell’errore. Siamo in ritardo di sedici anni sulla tabella di marcia, e la classe politica al governo della Regione ha già mostrato imbarazzanti limiti proprio dove ha avuto spazi reali di autonomia (Mose, banche, Pedemontana solo per citare i più evidenti). Zaia dimostri di essere in grado di passare dalle promesse ai fatti e intavoli una trattativa seria con lo stato per ottenere le deleghe sulle materie previste dalla Costituzione. Nulla di più hanno chiesto i veneti con il referendum. Qualsiasi altra fantasia rischia di allontanare l’obiettivo e di tradire il mandato dei cittadini».
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