Legge elettorale, collegi, candidati, primarie e altro.
Il nuovo sistema elettorale è legge dello Stato.
Archiviato definitivamente il “porcellum”, i parlamentari saranno eletti con un sistema misto formato da collegi uninominali e collegi plurinominali.
Nei primi saranno eletti i candidati che ottengono un voto in più di tutti gli altri, nel secondo coloro che sono nella quota utile che sarà assegnata sulla base della percentuale che il partito per il quale sono candidati riceverà a livello nazionale.
Nei collegi plurinominali ogni partito depositerà una lista bloccata di candidati.
Con i collegi uninominali saranno eletti 231 Deputati e 109 Senatori, i restanti saranno completati con la quota proporzionale.
Dal punto di vista territoriale, per la Camera dei Deputati Verona sarà verosimilmente divisa in tre collegi uninominali e sarà compresa in un unico collegio plurinominale che, quindi, interesserà tutta la provincia. Per il Senato della Repubblica Verona sarà in unico collegio uninominale ed in un unico collegio plurinominale.
Le previsioni sono già possibili, soprattutto dopo il referendum del 22 ottobre: nei collegi uninominali veronesi – Camera e Senato – penso che sarà una sfida molto difficile per qualsiasi candidato del centrosinistra. Nei due collegi plurinominali, invece – uno Camera e uno Senato – è ragionevole pensare che entrambi i primi delle due liste relative saranno eletti.
Qui la riflessione.
Lo dico subito e per chiarezza: nei collegi uninominali dovrebbero candidarsi coloro che sono stati più evidenti, maggiormente conosciuti, sia all’interno che all’esterno del Partito e che in questi anni hanno avuto ruoli rilevanti di rappresentanza politica e organizzativa. Per i collegi plurinominali, non escluderei a priori le primarie.
Perché? La competizione per la guida del Paese si svolgerà sostanzialmente nei collegi uninominali. Saranno quelli a fare la differenza tra le forze politiche, posto che è possibile che centrodestra, centrosinistra e M5S riceveranno la stessa percentuale a livello nazionale e, quindi, più o meno un numero di parlamentari equivalenti. Le vittorie nei collegi uninominali determineranno il primo partito nazionale.
Non solo. È stato deciso il voto “bloccato” ovvero, chi vota nel collegio uninominale per un partito automaticamente quella preferenza viene attribuita allo stesso partito nel collegio plurinominale.
Vuoi, quindi, che in questi collegi non si candidino coloro che maggiormente hanno rappresentato il partito e che siano stati più evidenti? Credo sia una necessità, non una valutazione facoltativa. Considerate le difficoltà nella competizione e l’esigenza di ottenere comunque voti per la quota proporzionale, chi altro può consentire una sfida per vincere?
Per i collegi plurinominali, essendo la lista bloccata – si, proprio come era per il “porcellum” – la designazione del primo della lista potrebbe significare elezione sicura. Da qui la doverosa adesione al meccanismo di scelta più democratico: le primarie che, infatti, non escluderei.