Sale slot: Verona e Veneto in ritardo, ora si agisca sui rinnovi

Pubblicato da il 7 Novembre 2017 0 Commenti
Vorremmo sinceramente gioire per la decisione del Tar che ha respinto il ricorso dei gestori delle sale slot contro l’ordinanza sindcale di limitazione degli orari di apertura. Si tratta infatti di un tappa significativa e “dovuta” nella lotta alla diffusione del gioco d’azzardo nei nostri quartieri. La verità, tuttavia, è che il Comune di Verona e la Regione del Veneto si sono mossi con gravissimo ritardo rispetto alla velocità di propagazione del fenomeno. Al lavoro di limitazione di orari di apertura e di fissazione di distanze minime da centri sensibili (che altre città e regioni stanno facendo da ormai 5-6 anni), da noi ora si aggiunge il compito di scremare anche le numerosissime attività che nel frattempo sono riuscite ad aprire.
In Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia la normativa per il contrasto del gioco d’azzardo che consente ai Comuni di porre vincoli risale al 2012-2013. Da noi l’ordinanza sindacale del 2016 venne limitata ai soli orari con esclusione delle distanze proprio perché mancava ancora la normativa regionale di appoggio e il Comune non trovò il coraggio di “osare” un pochino di più.
Oggi la situazione è cambiata: la normativa è affermata e lo Stato ha limitato le sue aspettative di entrate dal gioco d’azzardo. Si tratta dunque di intervenire sulle tante attività che nel frattempo hanno aperto e che non sono tenute ad esempio a rispettare la normativa sulle distanze. L’unico modo per intercettarle è al momento di una eventuale riapertura dell’attività con una diversa partita Iva. Ma occorre che il Comune prepari il provvedimento e che lo renda esecutivo senza attendere altri 5-6 anni!

Il gruppo consiliare comunale Pd

Carla Padovani, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini
Per Verona Civica
Tommaso Ferrari