Bilancio previsionale 2018: solo promesse pochi fatti
Il primo bilancio previsionale dell’amministrazione Sboarina rappresenta un poco simpatico affresco del “mare” che separa il “dire” della campagna elettorale dal “fare” dell’amministrare concretamente la città: secondo l’assessore al bilancio Toffali i cittadini debbono ritenersi soddisfatti se le tasse locali non aumenteranno, cosa bene diversa dalla riduzione promessa per tutta la durata della campagna elettorale dell’anno scorso dall’allora candidato a Sindaco Sboarina. I dati, anzi, ci dicono che l’indice di autonomia impositiva del Comune di Verona passa dal 58% al 64%.
Al netto delle promesse, di cui purtroppo abbonda anche la campagna elettorale delle politiche in corso, dobbiamo rilevare che anche la qualità e la composizione del bilancio non sono cambiate granché. Se non fosse per la maggior attenzione dedicata alla cultura, di cui volentieri rendiamo merito, siamo di fronte ad un bilancio fotocopia che avrebbe potuto essere scritto dalla terza amministrazione Tosi: zero euro sull’edilizia residenziale pubblica e sulla tutela del territorio, aumento delle spese della politica (+40 mila euro per la segreteria generale del Comune). Si fa un gran parlare di sicurezza ma la polizia locale sconterà un taglio di 600 mila euro nei prossimi due anni. Idem per quanto riguarda la famiglia, i cui investimenti passano da 160 mila euro a 50 mila euro. Comprendiamo dunque l’imbarazzo del Popolo della Famiglia nel definirsi parte della coalizione.
Non da ultimo, è stato un errore non concedere alle Circoscrizioni più tempo per valutare il bilancio. Anche sotto l’aspetto di fuggire dal confronto col territorio, l’attuale amministrazione sembra porsi in continuità con la precedente.
Il gruppo consiliare comunale Pd
Carla Padovani, Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani
Per la segreteria cittadina Pd
Luigi Ugoli