Verona in love – Salemi : “Essere credenti non significa negare i diritti altrui”
“Ha ragione l’imprenditrice Silvia Cassini, creatrice dello slogan #sposachivuoi. Essere credenti non significa fare crociate o barricate. Anch’io, come lei, sono cattolica e praticante e sono imbarazzata di fronte a questo continuo ridurre la dottrina morale della Chiesa esclusivamente a una morale sessuale, spesso strumentalizzata in condanne astiose e giudicanti. Invito chi si ostina in crociate oscurantiste di ogni natura a leggere il bel libretto scritto a quattro mani dal pontefice e dal vaticanista Andrea Tornielli. Il nome di Dio è Misericordia che aiuta a riflettere sul valore della persona, innanzi tutto, e a comprendere e rispettarne la complessità. Non si tratta di deriva relativista, ma del necessario riconoscimento della dignità di ciascuno. Credo nella famiglia e nei suoi valori, che sono da tutelare e sostenere con azioni concrete e investimenti, non con slogan e bandiere in piazza. Se la Giunta Sboarina ha veramente intenzione di difendere la famiglia, vari politiche serie per giovani coppie sostenendo i servizi all’infanzia, a partire dagli asili nido, così come finanziando interventi per le famiglie con anziani a carico. E soprattutto non è escludendo o vietando che si aiuta a costruire una comunità migliore, ma educando al rispetto e all’attenzione”.
Così la consigliera regionale del Pd Orietta Salemi in merito alla censura della giunta Sboarina sul caso della manifestazione “Verona in love”.
“Non dobbiamo dimenticare che il nostro Stato, laico e democratico, è nato lasciandosi alle spalle gli orrori di persecuzioni cominciate con esclusioni, divieti e censure. Oggi c’è una legge che tutela la libertà di scelta e per questo non si comprende perché tra i 70 stand della Verona in Love un hasthag, per altro discreto e per nulla offensivo, e una scelta imprenditoriale in libera concorrenza possano mettere in crisi una manifestazione. Alla Giunta Sboarina, in carica ormai da otto mesi, ma ancora sonnecchiante, ricordo che oltre a bandire da biblioteche e scuole i libri “non graditi”, oltre le censure, c’è una città da amministrare, con le sue reali urgenze che richiedono scelte coraggiose, rapide e concrete. Tutto ciò che è nel rispetto della legge – conclude Salemi – non può essere deliberatamente omesso o addirittura proibito, scatenando il putiferio di polemiche, pena decisioni illegittime e, per certi versi, persino la messa in ridicolo della nostra città”.