Arsenale: una valorizzazione al ribasso
Di tutte le idee prodotte dalla commissione temporanea a cui hanno partecipato cittadini, associazioni e professionisti, sono rimasti solo i titoli. Emblematico il caso dell’Ars Electronica, la cittadella dell’innovazione, sparita completamente dai radar malgrado la gita a Linz dell’allegra brigata capitanata dall’assessore Segala. Di esso rimane soltanto un vago richiamo nel titolo del progetto (Ars District, appunto) ma zero contenuti.
Rimane vaga e indeterminata anche la funzione del mercato al coperto. A Firenze funziona perché c’è un progetto e una società di gestione, da noi resta un oggetto indefinito.
L’onere della riqualificazione è quasi interamente a carico del Comune, che difficilmente riuscirà ad affrontare la spesa malgrado la previsione di vendere un altro palazzo storico. Incerte sono le previsioni di entrata da concessioni a privati. Stante la debolezza del progetto socio-culturale, è difficile anche solo immaginare la possibilità di reperire ulteriori somme da altre fonti come i finanziamenti europei e progetti specifici di fondazioni bancarie.
Siamo di fronte ad una valorizzazione improvvisata e al ribasso, uno spezzatino di funzioni frutto della supponenza di questa amministrazione che non riesce dialogare con la città quando si tratta di recuperare il patrimonio pubblico, ma neanche con i privati quando si tratta di impostare lo sviluppo della città. Il caso Ikea è, da questo punto di vista, speculare.
Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani