DAL MORO: INTERVENTO DIREZIONE PD 11 APRILE 2019
Le prossime elezioni europee, dopo l’elezione del nuovo Segretario, avranno più valenze: sul piano della politica internazionale, sul piano della politica nazionale e sul piano del consenso del nostro partito
Sul piano internazionale è in gioco l’esistenza dell’Europa unita, inutile nasconderlo. Se vinceranno i sovranisti la spinta alla disgregazione può essere irreversibile.
Noi sappiamo bene che se perde l’Europa non vincerà l’Italia, anzi. Il nostro Paese sarà fra quelli più esposti sul piano economico e finanziario.
È bene dirlo con chiarezza in campagna elettorale, i cittadini devono essere consapevoli dell’importanza di questo voto e delle sue implicazioni economiche sul piano nazionale.
Di altra fondamentale importanza sarà il nuovo posizionamento politico nazionale che il partito democratico riuscirà ad avere nel dibattito politico pre-elettorale sia in termini di contenuti che di candidature.
Sarà importante la sua declinazione politica in termini di proposte rispetto all’impianto riformista che il partito democratico ha rappresentato in questi anni nei governi Renzi e Gentiloni.
La qualità della rappresentazione anche nel racconto mediatico e il processo di innovazione possono essere punto di rilancio del nostro partito.
Lo sforzo del segretario è stato importante, cercare di tenere insieme l’esperienza e la competenza con le novità e la qualità dei nuovi impegni.
In termini di innovazione ci saremmo aspettati di più, potevamo avere più coraggio, ma comprensibilmente il poco tempo trascorso dalla sua elezione non ha favorito questo processo.
Non siamo convinti che il principio innovazione sia in termini di rappresentazione delle candidature che di progetto politico sia stato completamente rispettato.
Nell’ultima direzione nazionale abbiamo votato la relazione del segretario, dando una disponibilità fiduciosa al suo lavoro.
Abbiamo dato il nostro via libera alla sua proposta di lavorare ad una lista aperta, larga e, per usare le parole del Segretario, “senza riportare le lancette all’indietro’.
Parole che ci sono sembrate chiare.
Ora con franchezza diciamo che la proposta delle candidature non ci convince completamente.
Non ci convince il progetto politico che sottintendono alcune candidature, non ci convince l’orizzonte politico di questo percorso.
Ma la nostra non vuole essere una bocciatura, bensì una critica responsabile.
Il senso di responsabilità nei confronti dei nostri elettori, del popolo delle primarie, ci impegna nei confronti del nostro partito a non dividerci in questa importante e delicata campagna elettorale.
Per questo senso di responsabilità e nello spirito di una critica responsabile ci asterremo sulla proposta del Segretario.
Per ultimo un punto per noi di chiarezza e di altrettanto fondamentale importanza.
Nicola Zingaretti nel suo intervento all’Assemblea nazionale ha dichiarato tutti dentro da Macron a Tsipras e su questo suo impianto politico/culturale presentato durante il congresso ha ottenuto un vasto consenso.
Ma sulle liste ci vuole chiarezza anche nella prospettiva della rappresentazione politica nel prossimo Parlamento Europeo.
Alcune candidature nelle liste del Pd guardano con interesse a Macron altre a Tsipras. Dobbiamo essere chiari altrimenti si darà l’idea di partito buono per tutto e per tutti, anche a figure che potrebbero, se elette prendere, altre strade.
Abbiamo bisogno di allargare il nostro consenso ma sulle ambiguità non si costruisce il futuro del nostro Partito.
Di conseguenza chiedo che i candidati firmino, come accade per i Parlamentari italiani, davanti al notaio, l’adesione se eletti al gruppo dei socialisti e democratici e l’impegno a versare il contribuito mensile al partito democratico.
Il nostro impegno in questa campagna elettorale sarà pieno e collaborativo.