“Bigon: le case di riposo senza dispositivi di protezione individuale, la regione ha annunciato accertamenti ma non sono ancora stati fatti”

Pubblicato da il 20 Aprile 2020
Sono ancora molte, troppe, le case di riposo veronesi senza dispositivi di protezione individuale DPI.
Già lo scorso 9 aprile in sede di commissione consiliare, dietro sollecitazione della sottoscritta, la regione aveva assicurato che entro il lunedì successivo, dunque il 13 aprile, si sarebbero conclusi gli accertamenti in tutte le case di riposo venete.
Giungono tuttavia ancora segnali di allarme e preoccupazione da due importanti strutture del veronese come il Centro servizi ‘Sacro Cuore’ di Mezzane (VR), gestita dall’Istituto Sorelle della Misericordia con ospiti quasi tutti positivi e 19 operatori positivi, e dall’Ipab ‘Maria Gasparini’ di Villa Bartolomea, con 36 decessi su 68 ospiti. In entrambi i casi la situazione sarebbe ancora fuori controllo, con il personale in qualche caso ancora in attesa di ricevere i risultati dei tamponi o anche soltanto la necessaria fornitura di dispositivi.
Ricordiamo anche Sommacampagna con 15 decessi su 70 ospiti e Pescantina con 66 positivi su 92 ospiti. Oltre al caso di Legnago ed altri già conosciuti.
Con due interrogazioni distinte, che segue quella del 12 marzo in cui veniva chiesta la messa in sicurezza di operatori ed ospiti, chiedo dunque alla Regione di spiegare i motivi che avrebbero impedito di effettuare gli accertamenti promessi nelle sopra citate strutture.
Forse Verona non è più Veneto?
Chiedo inoltre di cominciare a fare chiarezza sulla gestione dell’emergenza nelle case di riposo veronesi e venete. Se da parte dell’Ulss o della Regione ci sono stati ritardi od omissioni, esse vanno accertate e i responsabili puniti.
Su questo mi attendo un impegno formale da parte della Regione. Qui il link al video con maggiori informazioni shorturl.at/ioKM6