D’Arienzo: la Lega vuole il male dell’aeroporto?

Pubblicato da il 6 Maggio 2020

Comprendo la sollecitazione a favore dell’aeroporto di Verona, ma la natura strumentale della polemica nonché l’assenza di un approfondimento, hanno offuscato il senso del tema.
Lo scalo è stato chiuso in un momento in cui la mobilità era totalmente sospesa e tenerlo aperto significava affrontare costi inutili.
È vero che siamo in condizioni diverse, con la prudenza del caso, ma è altrettanto vero che non tutto è ancora possibile e sui trasporti è ancora aperta la valutazione su come affrontare il distanziamento sociale e come sostenerne i costi.
Il tavolo è in corso per capire cosa fare dal 18 maggio.
Però, qualcosa la sappiamo già.
Negli aeroporti aperti il tema dell’equilibrio tra domanda e offerta è rilevante e molte attività, nonché le linee offerte, non corrispondono alle spese sostenute.
A Venezia, ad esempio, il calo è del -98,5%.
Il Catullo, se riaprisse, reggerebbe in casi simili?
Non è colpa di nessuno, ma è bene tenere a mente che la riapertura significa poi garantire l’operatività, anche quella dei negozi, senza un numero sufficiente di passeggeri. Ciò nonostante, il gestore ed i negozi dovrebbero sostenere comunque i costi.
Se non è ancora possibile la mobilità infraregionale, qualcuno mi dice che senso ha caricare inutili costi sul gestore ed i commercianti?
Ecco, avendo uno sguardo su quanto accade in giro e conoscendo le difficoltà, consiglierei un maggiore approfondimento prima di polemizzare e proporre ipotesi irrealistiche.