Amia, bando di Ferragosto per una assunzione all’Urp, i requisiti? Licenza media e cultura veronese. La Paglia: “L’azienda sia più seria, abbiamo bisogno di operativi più che di impiegati”

Pubblicato da il 17 Agosto 2020


Oggi ho depositato un’interrogazione sul nuovo bando Amia chiuso il 30 luglio per l’assunzione a tempo indeterminato di uno o più impiegati dell’Urp, una vera e propria presa in giro per i cittadini veronesi che da questa azienda si aspetterebbero l’erogazione di servizi migliori e all’altezza della situazione, oltre che verso tutti coloro che potrebbero legittimamente aspirare a quel posto.

Le carenze più vistose dal punto di vista del personale, visti anche i sovraccarichi che si verificano con i nuovi progetti di raccolta differenziata spinta, di igienizzazione ambientale causa emergenza Covid, e di gestione ambientale causa eventi atmosferici estremi, si verificano tra il personale operativo e non certo tra quello impiegatizio dove in diversi, a causa covid, sono rimasti senza impegni, e potrebbero quindi adeguare le loro mansioni  a rafforzare l’URP. Abbiamo bisogno di più operativi non di altri impiegati.

Ma a lasciare a bocca aperta sono i requisiti e l’iter di selezione previsto dal bando, dove a fronte della richiesta della sola licenza media, si fissa una prima prova scritta sui seguenti, genericissimi, argomenti: Comunicazione e informazione, Settore rifiuti ecologia e verde pubblico, Cultura generale e, udite udite, “Cultura Veronese”, forse per colloquiare con gli utenti del Carnevale?

Basta però scorrere il bando per sapere che verrà assegnato punteggio aggiuntivo a chi può vantare “esperienza pregressa in Amia valutata con esito positivo”, oppure una “dichiarazione del datore di lavoro” che attesti l’impiego “in via esclusiva o prevalente” in attività di contatto telefonico con il pubblico; oppure ancora la partecipazione di corsi di specializzazione inerenti la gestione degli appuntamenti telefonici.

Quella posizione poteva essere coperta con una selezione interna, anche per dare sollievo a chi accusa disturbi fisici per il lavoro di raccolta porta a porta. Viste le competenze richieste praticamente tutti in azienda avrebbero potuto partecipare. Che abbia già un nome e cognome questo bando?

Tutto questo fa male all’azienda, che continua ad essere stipata di personale impiegatizio anziché di personale operativo, e fa male a chi in buona fede potrebbe pensare di partecipare ad un bando così capziosamente costruito.

Ciò su cui mi soffermo nell’interrogazione è anche la richiesta dei casi di assunzioni dopo il ricorso al giudice del lavoro, per valutare il sospetto di un metodo che potrebbe essere stato applicato negli ultimi anni per superare le norme e i regolamenti sulle assunzioni: reiterare le assunzioni interinali e tempi determinati oltre i due anni per far maturare i diritti di assunzione a tempo indeterminato a lavoratori scelti senza concorso. Mi chiedo se il responsabile di tali procedure che vedono soccombere l’azienda in tribunale sia mai stato sanzionato o richiamato per questo.

Inoltre mi risulta che aventi diritto in graduatoria di regolari bandi non siano stati assunti solo perché non hanno risposto in poche ore ad un’email dell’azienda, un modo molto veloce e discutibile per sfoltire le graduatorie di chi per meriti avrebbe avuto il diritto di essere assunto ma forse non era gradito.

In un momento in cui un lavoro stabile e ben retribuito è una chimera per tanti, vedere queste continue capriole sulle regole e sul merito fa male a Verona e ci riempie di ridicolo agli occhi delle società con cui vorremmo aggregarci.

Questi sono i costi che la città deve ingiustamente pagare in bolletta per l’incapacità della politica veronese di predisporre una seria strategia industriale per questa azienda e di selezionare la sua classe dirigente per merito invece che per fedeltà politica.

Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd