Bigon: “Vogliamo un Veneto a zero emissioni, con più treni, autobus elettrici e piste ciclabili”.
Viviamo in una delle aree più inquinate d’Europa e certe scelte non sono più rinviabili. Ma il nuovo Piano trasporti approvato in chiusura di legislatura, dopo un’attesa trentennale, non è la giusta risposta.
“Entro il 2050 vorremmo dirottare il 30% del traffico privato su una mobilità condivisa/collettiva. Per questo è necessaria una massiccia cura del ferro. Uno dei nostri obiettivi è aumentare la frequenza dei treni: uno ogni 30’ per tutto il servizio ferroviario regionale, e 15’ per l’area metropolitana centrale” – dice Bigon, candidata al consiglio regionale.
È fondamentale un’integrazione vera tra ferro e gomma con il biglietto unico, altra promessa mai mantenuta dalle varie giunte di centrodestra: con sette ambiti provinciali e più di trenta gestori è però un’impresa impossibile.
Servono piani urbani della mobilità che puntino al potenziamento della rete ciclabile della nostra regione per facilitare l’accesso a scuole e luoghi di lavoro, oltre a promuovere un turismo sostenibile.
Deve essere incentivato il trasporto elettrico, incrementando i bonus per la rottamazione dei veicoli inquinanti e l’acquisto sia di auto elettriche che di bici a pedalata assistita e realizzando una rete di ricarica diffusa. In Veneto il numero delle colonnine elettriche è appena 2 ogni 100 chilometri di autostrade, contro una media nazionale di 12.
Anna Maria Bigon, candidata al Consiglio Regionale alle elezioni del 20 e 21 settembre