Il Pd veneto a sostegno delle associazioni attive sulla rotta balcanica dei migranti
Approvato ordine del giorno in direzione regionale
Luisetto: Avviata raccolta fondi in tutte le province
Moretti: Ispezioni continue in Bosnia e revisione regolamento di Dublino
Prosegue a pieno regime l’iniziativa del Partito democratico veneto a sostegno delle organizzazioni non governative attive nei campi profughi in Bosnia. L’attività coordinata dalla segretaria PD di Vicenza, Chiara Luisetto, ha coinvolto tutte le federazioni provinciali e i circoli. Intanto a Bruxelles aumentano le pressioni politiche per un intervento europeo, promosse dal gruppo S&D di cui è membro il Partito democratico. Sulla questione dei migranti e sulla preoccupante situazione in Bosnia, martedì scorso la direzione regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto dai segretari provinciali con il quale è stata chiesta un’azione forte a tutela dei diritti umani e per la revisione del Regolamento di Dublino.
«I confini tra gli stati vengono tracciati artificialmente», ricorda il segretario regionale Alessandro Bisato, «garantire un letto, un piatto e il diritto di asilo a poche migliaia di persone tra cui molti bambini che fuggono dalla guerra in Medio Oriente è un preciso dovere di tutti noi».
Dopo la recente missione in Croazia e Bosnia degli europarlamentari, tra cui Alessandra Moretti, che ha verificato le condizioni disumane in cui sono ospitati i profughi e le violazioni del diritto internazionale da parte di entrambi i paesi, la base del partito democratico veneto si sta mobilitando per dare il proprio contributo.
«Abbiamo scelto di destinare le donazioni che stanno arrivando da iscritti e simpatizzanti nelle nostre province all’Associazione IPSIA – Istituto Pace Sviluppo Innovazione, legata alle Acli», spiega Luisetto. «Questa Ong è attiva nel campo di Lipa (Bosnia) e collabora stabilmente con la Caritas e con la Croce Rossa italiana. Per loro le donazioni materiali di vestiario o cibo sono poco praticabili, per problemi logistici, doganali e di costi di sanificazione. Così abbiamo preferito avviare una raccolta fondi che permetta di coinvolgere anche le piccole attività economiche in loco in difficoltà. La raccolta resterà aperta fino al 28 febbraio. L’adesione ricevuta finora è stata straordinaria e segno tangibile del nostro essere comunità».
Nel frattempo continua l’azione politica in parlamento europeo che si articola su più fronti: «In primo piano c’è l’emergenza», spiega Moretti. «Quindi stiamo organizzando una serie di ispezioni periodiche in Croazia e in Bosnia. La Croazia è un paese membro e dunque deve rispettare le regole europee. Ma anche la Bosnia ha degli obblighi, perché gli abbiamo dato 83 milioni di euro per attrezzare strutture di accoglienza temporanea. Le tendopoli in cui sono ammassate migliaia di persone in condizioni igieniche, sanitarie e climatiche disumane sono ben al di sotto di qualsiasi standard. Poi c’è il fronte politico: noi chiediamo una revisione radicale del regolamento di Dublino. C’è già stato nella scorsa legislatura un voto del Parlamento europeo a larga maggioranza su una proposta italiana. Si è arenato in Consiglio, cioè i singoli stati membri lo hanno affossato. Anche la proposta arrivata recentemente dalla Commissione europea è largamente insoddisfacente e in sede parlamentare sono certa faremo ampie modifiche. Sul tema dei migranti e dello stato di diritto continueremo a essere in prima linea».
Ordine del Giorno
Emergenza migranti in Bosnia, la solidarietà non basta.
La Direzione Regionale del Partito Democratico del Veneto esprime la sua forte preoccupazione per quanto sta accadendo ai confini dell’Europa, poco lontano dal confine italiano, dove migliaia di persone stanno vivendo una tragedia umanitaria. In un fatiscente capo di accoglienza vicino a Bihać, al confine tra la Bosnia e la Croazia, in quello che resta del campo di Lipa andato a fuoco lo scorso 23 dicembre, migliaia di migranti provenienti in larga parte da Afghanistan, Pakistan, Bangladash e Siria, attendono di poter proseguire il viaggio percorso da loro e da migliaia di altre persone sulla cosiddetta “rotta balcanica” per raggiungere il Nord Europa. Ma non riescono a passare il confine europeo con la Croazia e, quando ci riescono, subiscono respingimenti anche al confine italiano di Trieste, nonostante molti di loro abbiano diritto all’asilo politico o al ricongiungimento familiare. Devono fare i conti anche con l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19, e, se messi in quarantena, la devono vivere in strutture del tutto inadeguate e in condizioni proibitive.
La preoccupazione trasmessa dai numeri dell’anno appena conclusosi impone un’azione politica e diplomatica più incisiva: secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), l’agenzia ONU che si occupa di migranti, dei poco più di 16.200 tra migranti, rifugiati e richiedenti asilo in transito dalla Bosnia, 8.300 a fine anno erano ancora in territorio bosniaco, spesso in situazioni drammatiche, nonostante l’Unione Europea abbia finanziato dal 2018 il governo bosniaco con più di 88 milioni di euro per la gestione delle migrazioni.
La Direzione Regionale condivide l’iniziativa di solidarietà promossa dai segretari provinciali del PD Veneto e dal Segretario Regionale per una raccolta fondi da destinare all’attività svolta da IPSIA – Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI – per sostenere le attività nel campo di Lipa (Bosnia).
Accanto alle meritevoli e numerose iniziative di carattere umanitario scattate spontaneamente dopo aver conosciuto la realtà di quanto accade sulla cosiddetta “rotta balcanica”, anche a seguito della visita del campo di Lipa da parte di quattro parlamentari europei del Partito Democratico (Brando Benifei, Pierfrancesco Majorino, Alessandra Moretti, Pietro Bartolo), servono iniziative politiche e diplomatiche per sbloccare la situazione.
La Direzione Regionale del Partito Democratico del Veneto ritiene che
- il Consiglio dell’Unione Europea, l’organo comunitario dove siedono i rappresentanti dei governi nazionali dei 27 stati membri, debba dare seguito alle modifiche del trattato di Dublino approvate dal Parlamento Europeo;
- le Autorità comunitarie debbano adottare misure che contrastino la visione dei paesi sovranisti che prevedono chiusure, respingimenti, rimpatri, detenzione e irrisorie quote per i canali legali di accesso per lavoro e per richiesta di protezione
La Direzione Regionale del Partito Democratico del Veneto chiede al Governo italiano di adottare i provvedimenti necessari per evitare il respingimento degli aventi diritto all’asilo politico che arrivano ai confini italiani dalla rotta balcanica e di intraprendere, nei confronti dell’Unione Europea, del Governo della Bosnia, di quello della Croazia e di quello della Slovenia, ogni azione ritenuta utile per:
- trovare una soluzione immediata all’attuale emergenza umanitaria nell’area di Bihać e in Bosnia Erzegovina in generale;
- individuare soluzioni di sistema a lungo termine che dotino la Bosnia Erzegovina di un effettivo sistema di accoglienza e protezione dei rifugiati;
- attivare un programma di evacuazione umanitaria e di ricollocamento dei migranti in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Monica Lotto – PD Provincia Belluno
Vittorio Ivis – PD Provincia Padova
Angelo Zanellato – PD Provincia Rovigo
Giovanni Zorzi – PD Provincia Treviso
Marco Rizzetto – PD Metropolitano Venezia
Maurizio Facincani – PD Provincia Verona
Chiara Luisetto – PD Provincia Vicenza
Alessandro Bisato – PD Veneto