ISAP: È L’AZIENDA CHE VUOLE SPOSTARSI, O LA VARIANTE 29 CHE LO RENDE CONVENIENTE? E A QUALE PREZZO PER IL QUARTIERE?
Parona convive da anni con la contraddizione di un sito produttivo come Isap insediato su un’area di grande pregio dal punto di vista naturalistico nel cuore del Parco dell’Adige. Lungi dal rappresentare una soluzione a tale contraddizione, la Variante 29 rischia di abbandonare il quartiere al peggior scenario, ovvero: niente più posti di lavoro, che migrerebbero fuori città; nullo o scarso recupero naturalistico, che verrebbe in buona misura inficiato dalle larghe concessioni di residenziale; nuovo cemento non necessario. Come riconosciuto dalla stessa amministrazione, Isap infatti non è un’area degrada ma il principale sito produttivo di un’azienda all’avanguardia che ha saputo tenere il mercato e crescere anche in quest’anno di pandemia e che ora sta pensando di ampliarsi.
Prima di gridare al miracolo della “riconversione” sarebbe dunque da capire meglio se l’ipotesi del trasferimento sia una scelta aziendale autonoma oppure sia un’ipotesi resa opzionabile o perfino appetibile proprio dalle enormi concessioni fatte intravvedere dalla Variante 29. A questa domanda dovrebbe rispondere la politica urbanistica del Comune che tuttavia si limita a recepire le proposte dei privati senza avere una bussola o un quadro di riferimento.
Vale quindi ricordare che la proprietà dell’Isap ha già ottenuto un notevole beneficio diversi anni fa, quando fu consentito di realizzare una fabbrica in una notevolissima zona di pregio ambientale definendo, allora, tale insediamento come “fuori ambito”. Adesso che la proprietà si rende disponibile a ritornare in un ambito compatibile con la propria attività sembrerebbe normale si ritornasse alla originaria destinazione urbanistica che è quella di Parco dell’Adige.
Siccome sappiamo che questo non sarà possibile chiediamo almeno di limitare la realizzazione dell’edificato privato a dei volumi che siano compatibili con i valori paesaggisitici che tale ambito deve conservare lasciando la rimanente area a funzioni pubbliche.
Oltre a ciò si dovrebbe chiedere all’operatore privato di farsi carico, anche per riconoscenza alla città che ha consentito i tutti questi anni di operare “fuori ambito”, di realizzare un’importante opera pubblica come la sistemazione di via Preare o di Lungadige Attiraglio.
Le scelte urbanistiche devono regolare il sistema di vita dei cittadini. Proprio per questo motivo dovrebbero essere fatte da amministrazioni previdenti e lungimiranti che hanno come unico scopo il miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini.
Giuseppe Mazza, Segretario Secondo Circolo Pd
Elisa La Paglia, Consigliera comunale Pd Verona
Elisa Dalle Pezze, Presidente Seconda Circoscrizione
Silvano Pighi, Gaetano Melotti, Gianfranco Barbieri, Consiglieri Pd Seconda Circoscrizione