Bigon (PD): “Salute mentale, strutture e associazioni in difficoltà: una mozione per chiedere più risorse e riformare il sistema”

Pubblicato da il 19 Maggio 2021

“Più risorse per la salute mentale per potenziare i servizi soprattutto per quanto riguarda l’età evolutiva e l’adolescenza: nel fondo sanitario regionale la quota destinata è del 3%, mentre l’indirizzo nazionale è del 5%. Le associazioni che si occupano di queste fragilità denunciano difficoltà crescenti, perciò abbiamo depositato una mozione, invitando la Regione a rilanciare il modello della psichiatria di comunità centrata sul territorio mettendo al centro la salute fisica, psicologica e mentale dei cittadini”. Ad annunciarlo è la vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon, prima firmataria del testo, sottoscritto dall’intero gruppo consiliare PD con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.

“La pandemia ha aggravato una situazione già complicata, con la sospensione, più o meno prolungata, di una serie di servizi fondamentali; ansia e depressione sono cresciute soprattutto tra i giovani: secondo un’indagine dell’Organizzazione internazionale del Lavoro sul Covid-19 ne è colpito uno su due nella fascia tra i 18 e i 29 anni. In Veneto le persone assistite per problemi di salute mentale sono oltre 70mila, di cui circa 1300 in comunità alloggio e appartamenti protetti. Numeri in aumento che si scontrano con la riduzione delle strutture territoriali seguita alla riforma delle Ulss che ha portato a un calo dei Dipartimenti e delle Unità operative complesse. Il modello operativo basato sulla ‘psichiatria di comunità’ previsto dal Pssr è sconfessato dai fatti, con i Centri di salute mentale che svolgono un’attività ambulatoriale e di smistamento dei pazienti nelle strutture di ricovero a seconda della gravità; strutture in cui c’è stata negli anni una diminuzione significativa anche dei posti letto”.

Da qui gli impegni previsti nella mozione: oltre a rilanciare il modello della psichiatria di comunità, predisporre un nuovo Progetto obiettivo coinvolgendo associazioni e realtà territoriali; favorire la creazione, all’interno dei Dipartimenti di salute mentale, di servizi dedicati all’età evolutiva e l’adolescenza; sviluppare collaborazioni con la scuola attraverso figure adeguatamente formate; istituire un osservatorio regionale sulla condizione della salute mentale valutando gli effetti traumatici dovuti sia alla pandemia che alle misure restrittive per contenerla. “Per fare ciò – ribadisce Bigon – dobbiamo fare la nostra parte come Regione, destinando il 5 per cento delle risorse del fondo sanitario e contemporaneamente a livello nazionale insistere affinché sia predisposto un nuovo piano per il rilancio e il potenziamento dei servizi riguardanti la salute mentale”.