LEGGE MONTAGNA Zardini: «Essenziale il confronto con i territori»
«La legge sulla montagna è un tassello fondamentale per le politiche di riequilibrio verso le aree più deboli. In questa prospettiva vanno coinvolti tutti gli attori, politici, istituzionali e territoriali. L’occasione è molto importante, non possiamo permetterci di sprecarla con norme calate dall’alto o, peggio, con regole omogenee che difficilmente si adatterebbero alle singole realtà».
Il deputato veronese Diego Zardini si dice preoccupato per come l’iter della proposta di legge si sta configurando. «Il testo è nella sola disponibilità della ministra Gelmini. Ora, capisco i timori, comprendo la volontà di proteggere il testo da interventi impropri, però alla fine sarà il Parlamento a doversi esprimere. Suggerirei un lavoro di coinvolgimento e di relazioni, anche con l’intergruppo parlamentare Montagna, invece dell’arroccamento».
Fuori dalle logiche parlamentari, avverte Zardini, «dobbiamo mettere alla prova il testo di legge con i territori. Avendo contezza che sono, purtroppo tutti diversi: le Alpi non sono gli Appennini, come per restare nel Veneto, la Lessinia è cosa diversa dalle Dolomiti. Ipotizzare di applicare norme che non abbiamo discusso con i portatori di interesse locali, dagli enti locali alle associazioni di categoria, mi sembra la ricetta più spedita per far fallire qualsiasi politica dedicata alla montagna».
Suggerisco, conclude il deputato, «un confronto serrato a cominciare dalla definizione dei criteri per cui un territorio, sia esso un comune, una provincia o un’area vasta, è definito montano».