Sanità, Bigon (PD): ”Giunta e maggioranza tirano dritto, ignorate le richieste dei medici e dei cittadini”.
“La decisione a scatola chiusa, assunta oggi dall’assessore Lanzarin e dalla maggioranza, rappresenta una grave mancanza di rispetto delle voci autorevoli di operatori sanitari e categorie, raccolte nelle audizioni della scorsa settimana. Audizioni ridotte sostanzialmente a carta straccia, al silenzio e all’inutilità”.
Questa la presa di posizione dei consiglieri regionali del PD Veneto, con in testa la correlatrice del pdl 115 e vicepresidente della Commissione Sociosanitaria, Anna Maria Bigon, assieme all’altra componente della V Commissione Francesca Zottis e a Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni, alla luce del voto d’aula sul provvedimento ordinamentale della sanità.
“In aula abbiamo addirittura assistito ad una surreale lettura delle istanze raccolte in Commissione, spacciate persino per giudizio favorevole delle categorie circa lo scenario attuale della sanità regionale. Sarebbe stato sufficiente seguire gli interventi pubblici degli esponenti delle categorie che si sono susseguiti nelle ultime due settimane per comprendere quanto forti siano le perplessità sulle misure proposte dalla Giunta. Se il fenomeno della carenza dei medici di medicina generale e di operatori sanitari è di livello nazionale, è altrettanto innegabile che in Veneto si commette da anni un grave errore di sottovalutazione del problema e di disattenzione riguardo la necessità di costruire davvero, e non sulla carta, una rete di servizi territoriali e di medicina integrata che avrebbe consentito di sopperire a tali carenze”.
I consiglieri dem evidenziano come “sui nodi cruciali di tutta questa partita, ovvero l’affidamento di assistiti ai medici di medicina generale in formazione e l’inserimento degli specializzandi all’interno dei Pronto Soccorso, abbiamo proposto dei correttivi. Sia per consentire ai medici in tirocinio di essere affiancati da tutor e di poter svolgere pienamente il loro percorso di formazione, sia per chiedere di evitare l’inserimento dei medici al primo anno di specializzazione all’interno dei reparti di emergenza-urgenza. Nulla di questo è stato accolto, passando sopra le richieste emerse nel confronto di Commissione e di fatto chiudendo le porte ad ogni minimo spiraglio di condivisione delle scelte. Su queste basi, senza un approccio basato veramente sul dialogo e sull’ascolto, diventa impossibile un rilancio vero della sanità veneta”.