VERONA, MORETTI (PD): SOTTOCULUTRA MISOGINA AFFOSSA LA CITTÀ
La sottocultura misogina di cui il sindaco pro tempore si fa impettito alfiere è una zavorra per una città che avrebbe tutti gli elementi per essere un faro di libertà, apertura e attrazione. Il rinnovo delle cariche di Veronafiere dove 15 posti sono andati ad altrettanti uomini secondo una logica di spartizione da antico regime tradisce l’insicurezza della destra rispetto al futuro e sono uno schiaffo alla contemporaneità. Non si fanno nomine così importanti a meno di un mese dalle elezioni amministrative, a meno che il risultato delle stesse non sia fortemente incerto; e poi, la nomina di soli uomini a chi parla, quali messaggi manda ai giovani, alle donne, alla classe dirigente diffusa di una città che si immagina come porta italiana dell’Europa? Quell’atto, al di là della prepotenza predatoria dei tempi in cui si è consumato, offre tre immagini ben chiare: chiusura, chiusura, chiusura. Auspico che la società civile, l’università, le associazioni giovanili facciano sentire forte la loro voce su questo tema: non è solo una questione di genere, qui vengono intaccate la libertà, le relazioni sociali, persino l’economia di Verona, in definitiva il suo futuro. Quale futuro può avere nella testa di un o una ventenne un posto dove si sa in partenza che metà della popolazione non può concorrere, mai, per i posti decisionali, dove solo i maschi possono fare carriera e le donne fino a un certo punto. Ai genitori e alle persone con più di 50 anni, maggiormente inclini ad assecondare lo status quo chiedo questo: in Afghanistan il ritorno dei Taleban al potere ha chiuso definitivamente le porte delle scuole alle donne. Suggerireste a vostra figlia di andare in Afghanistan?
on. Alessandra Moretti