Politiche per la famiglia, l’emergenza di fondo si chiama denatalità
Ancora una volta una parte della politica veronese si attarda a discutere della famiglia ideale anziché affrontare i problemi gravi e urgenti della famiglia reale. Problemi che stanno lentamente ma inesorabilmente svuotando scuole e oratori ponendo una pesantissima ipoteca anche sul ricambio generazionale in tante professioni essenziali come medici, insegnanti e professioni scientifiche ad alto contenuto intellettuale.
A Verona tra il 2002 e il 2020 le nascite sono calate del 26% passando da 2.393 a 1.729, mentre i decessi sono aumentati del 43%, da 2.562 a 3.656 nel 2020. La crescita dell’immigrazione dalle 15 mila unità del 2003 alle 40 mila del 2021 ha solo solo parzialmente compensato il declino demografico in corso, consentendo Verona di chiudere il 2020, annus horribilis della pandemia, con 258.031 abitanti contro i 258.115 nel 2002, ma ci lasciamo alle spalle ampi e gravi buchi nelle coorti di età più giovani: la sola fascia d’età in crescita è infatti quella degli over 50. Di riflesso, le famiglie veronesi sono sì, aumentate dalle 115.756 del 2003 alle 122.292 del 2017 – ultimo dato verificato – ma è calato inesorabilmente il numero di componenti.
Se vogliamo dare una chance di rilancio demografico, civile e materiale ai nostri territori bisogna abbattere le barriere culturali e materiali che limitano, da noi più che altrove nel resto d’Europa, il lavoro femminile.
Dal punto di vista territoriale questo significa offrire alle famiglie servizi in particolare nella fascia 0-3 anni. La stessa Regione Veneto con la legge 20 del 28 maggio 2020, auspicava “l’azzeramento della retta di frequenza dei servizi socio-educativi destinati alla prima infanzia” ma poi la giunta Zaia non ha finanziato alcun progetto che potesse dare attuazione a tale obiettivo.
Dall’amministrazione comunale di Verona, in questi ultimi cinque anni, sulla famiglia abbiamo sentito soltanto proclami ideologici ma non abbiamo visto alcuna azione concreta.
Toccherà al prossimo Sindaco, Damiano Tommasi, nell’ambito delle possibilità del Comune, dare alle famiglie veronesi il sostegno che alcuni enunciano soltanto mentre altri vogliono completamente negare in nome di un presunto ordine naturale che vorrebbe la donna confinata nell’ambito domestico.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale veneta Pd