GENDER E DENATALITÀ: DONAZZAN PENSI A DARE RISPOSTE A DONNE E FAMIGLIE E LASCI LA FILOSOFIA AI FILOSOFI
“Le famiglie veronesi e venete sono molto più preoccupate dalla carenza di servizi all’infanzia e dalla pochezza di salari e stipendi piuttosto che dal pericolo gender che la destra evoca ad ogni piè sospinto. E lo stesso dovrebbe fare l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, riflettendo, ad esempio, sui dati recentemente diffusi dalla Fondazione Corazzin secondo cui gli stipendi veneti sarebbero di 600 euro inferiori alla media degli stipendi percepiti nelle regioni vicine come Friuli, Lombardia, Emilia Romagna”.
Così la consigliera Regionale Anna Maria Bigon e la portavoce delle Donne Democratiche di Verona Sabrina Ugolini intervengono nel dibattito innescato dai ragionamenti della professoressa Adriana Cavarero: “Non si strumentalizzi un ragionamento scientifico sul concetto di genere, e il dibattito filosofico che ne consegue, a fini di propaganda politica” avvertono. “La destra non perde occasione per entrare goffamente all’interno di tali questioni non per ampliare le conoscenze, ma per chiedere pretestuosamente una riduzione dei diritti civili”.
“Diversamente da quanto dice Donazzan – proseguono – non c’è nessuna campagna d’odio verso le donne alla base del tracrollo della denatalità registrato negli ultimi 40 anni, soltanto una incapacità, e una mancanza di volontà, purtroppo diffuse, nel sostenere con politiche e servizi adeguati il processo di emancipazione femminile. In questa incapacità si è purtroppo particolarmente distinto il Veneto, governato da decenni dal centrodestra, dove i salari sono sempre più bassi e i servizi all’infanzia e alla famiglia sempre più rarefatti e cari rispetto ad altre regioni. Un esempio tra tutti: quando applicheranno il principio di gratuità degli asili nido dichiarato nella Legge Regionale 20/2020?”
“Quindi invitiamo l’assessore Donazzan, che è ai vertici della Regione Veneto dal 2005, a lasciare la filosofia ai filosofi, e ad impegnarsi di più nel mettere a frutto le proprie deleghe, fornendo risposte concrete e donne e famiglie: il Veneto si posiziona nella parte bassa delle classifiche nazionali per tasso di occupazione delle donne con figli; non brilla per presenza femminile nei settori tecnico-scientifici; le politiche di conciliazione lavoro-famiglia non sono all’altezza della sua economia e il rischio vero è di dover affrontare la dura risalita dalla china della pandemia e della guerra con un braccio legato dietro alla schiena, vale a dire privandosi di una parte consistente della popolazione femminile. Di questo dovrebbe rendere conto l’assessore regionale al Lavoro. Abbiamo bisogno di fatti, non di propaganda”.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd
Sabrina Ugolini, portavoce Donne Democratiche di Verona