AUTONOMIA Zardini: «Ora ripartire dalle 7 materie proposte dal Partito Democratico»
«Il percorso dell’autonomia del Veneto riparta immediatamente con la nuova legislatura prendendo come base le proposte avanzate in primavera dal Partito Democratico del Veneto». A chiederlo il deputato veneto Diego Zardini che, ricorda, «come gli unici passi avanti su questo tema siano stati fatti grazie ai governi del centrosinistra, Gentiloni e Conte II».
«Il Veneto deve lavorare per ottenere le funzioni e le risorse su alcune materie chiave, non su tutte, per la struttura sociale ed economica della nostra regione, deve avviare un confronto con cittadini, istituzioni locali e imprese degli effetti del trasferimento di competenze e, infine, istituire una commissione speciale del Consiglio regionale a supporto delle iniziative della giunta nella trattativa con lo Stato».
Le competenze richieste non sono mai state oggetto, funzione per funzione, di un dibattito pubblico con i diversi portatori di interesse per misurarne il valore, la stessa utilità o eventuali criticità. Per questo, dice Zardini, «è necessario concentrare l’iniziativa su alcune competenze proprio in funzione delle esigenze di crescita e rafforzamento della struttura produttiva regionale».
Queste le sette competenze richieste dal PD del Veneto: politiche attive del lavoro; integrazione tra politiche attive e politiche passive; organizzazione delle fondazioni ITS; sistema integrato di istruzione professionale e di istruzione e formazione professionale; internazionalizzazione delle imprese; governo del territorio in funzione della rigenerazione urbana; prevenzione del rischio sismico
Tra le altre iniziative il Pd propone l’avvio di una consultazione e di un confronto con le forze economiche e sociali, le categorie produttive e i portatori di interesse sulle esigenze per migliorare il rapporto tra la Regione e istituzioni locali, enti, cittadini e imprese alla luce dell’eventuale trasferimento di competenze.
«Le risorse devono essere conseguenti alle scelte fatte», conclude il deputato. «Le competenze richieste su specifiche materie e per determinate funzioni comportano il trasferimento su scala regionale delle relative risorse umane, materiali logistiche e finanziarie. L’obiettivo non può che essere il miglioramento della vita dei cittadini e un rapporto più semplice con la pubblica amministrazione».
Rimangono valide le ragioni di fondo a sostegno di un’attuazione equilibrata del regionalismo differenziato, vale a dire la valorizzazione, all’interno della cornice unitaria dello Stato, delle diverse capacità dei diversi livelli di governo in modo che i cittadini possano ottenere, nel rispetto del principio di sussidiarietà, i migliori servizi dal livello di governo più adeguati ed efficiente in quel settore.