Intervento consiglio comunale su Europa, Alessia Rotta
Cosa ci facciamo noi con l’Europa
Questo il tema da svolgere oggi per noi con questa inedita ed interessante iniziativa di oggi.
Come il comune può e deve essere protagonista della diffusione dei valori e delle opportunità Europee.
Attraverso informazioni, scambio di buone pratiche, occasioni di incontro e correzione di
opportunità.
Penso a progetti importanti europei vinti e realizzati dal comune di Verona come Steps dedicato alle solitudini e alla coesione sociale.
Penso alle risorse per la riqualificazione di edifici scuole periferie che hanno una declinazione regionale.
Penso alle risorse dei progetti re power eu per accompagnare una transizione ad essere non solo green ma giusta
Penso all’ultimo accordo raggiunto, la settimana scorsa tra parlamento e consiglio sulla trasparenza dei salari, non solo per il divariò di genere del 14 %, ma per tutti: le aziende con almeno 100 dipendenti anziché 250 – come inizialmente previsto dal consiglio, dovranno fornire informazioni sul livello di retribuzione a parità di mansione.
Penso ai fondi diretti per finanziare la ricerca.
Non posso non salutare i ragazzi della fondazione Antonio Megalizzi ricordando quanto abbiamo fatto in parlamento ovvero la costituzione di un fondo per le radio universitarie tanto care ad Antonio.
Sapere cogliere la dimensione europea è un obbligo e una opportunità per Verona non solo per quanto retoricamente da tempo diciamo della nostra posizione geografica, anche se questa ha una dimensione che ci vede privilegiati anche nel prossimo futuro: dalla Germania a Suez: significa sviluppo sostenibile e significa ricerca e lavoro per i nostri figli e nipoti.
Impossibile per me non commentare non solo con sdegno, con il massimo rimprovero quanto accaduto in Europa.
Quale che sia il loro colore politico, quale che sia la loro funzione di parlamentare ex parlamentare, assistente lobbista.
Infangare l’europa significa non solo tradire gli alti ideali che portarono al compimento di Spinelli e Rossi,
Significa tradire anni di lenta cucitura, costruizione di fiducia tra le nazioni, di pace e alleanze e solidarietà.
Ma lo sdegno unanime generalizzato mette in luce, a contrario, quanto teniamo all’Europa, quanto la diamo per scontata e quanto la sua cornice, il suo perimetro non diano solo un orizzonte di senso, ma di quella protezione che spesso abbiamo evocato, che senza accorgerci troppo abbiamo trovato.
Durante la pandemia,con i paesi europei, abbiamo assieme lavorato per trovare i vaccini contro il Covid.
Durante la crisi ucraina e quella energetica: dove non è ogni singolo paese a dovere contrattare o trovare soluzioni solitarie abbiamo cercato strade comuni.
Con Il piano nazionale di ripresa e resilienza: la fine della politica di austerità e resilienza, con l’italia prima in Europa a ricevere risorse per colmare antichi gap che attraversano l’Italia e sono fratture di genere, di generazioni, territoriali.