POLITICHE PER L’ETÀ EVOLUTIVA, UNA PAGINA DA RISCRIVERE REGIONE CONFUSA E DISARMATA DI FRONTE ALLE ESPRESSIONI VIOLENTE DI DISAGIO GIOVANILE
Mentre la scuola e il terzo settore fanno tutto quanto è in loro potere per mantenere la barra diritta nel mare di quello che genericamente viene chiamato “disagio giovanile”, la Regione Veneto ha recentemente ribadito l’intenzione di effettuare una incredibile marcia indietro nell’organizzazione dei servizi sanitari dedicati alla salute mentale dei minori, accorpando le competenze che riguardano la salute psicologica dell’età evolutiva nella fascia 12-24 anni all’interno del Dipartimento della Salute mentale degli adulti, il che contrasta con tutte le linee guida ministeriali in materia e con le direttive della stessa Regione Veneto che, anzi, nel DGR 1215 del settembre 2021 escludeva espressamente la possibilità di “far rientrare nel dipartimento della salute mentale qualsiasi attività per l’età evolutiva così come sancito dalle norme vigenti”.
Eppure nel DGR 371 dell’aprile 2022, di cui come consiglieri Pd chiediamo lo stralcio parziale, è previsto proprio questo. La motivazione, o meglio la scusa fornita, è che “l’adolescenza rappresenta un passaggio evolutivo psichico fondamentale in un continuum tra infanzia ed età adulta”. In questo modo si eclissano però tutte le specificità di un ambito delicatissimo che viene dunque sostanzialmente ricondotto a semplice margine della età adulta. Considerando inoltre che i servizi regionali per la salute mentale soffrono – come ribadiamo da anni – di una gravissima carenza di personale oltre che di regia, la nuova linea ribadita dalla giunta regionale sa tanto di un tentativo di fare cassa sulla pelle del disagio giovanile. Approfittando di qualche modesto contributo ministeriale in questo ambito sembra voler rimescolare risorse già povere, senza cercare di affrontare realmente i gravi problemi di personale e organizzazione in cui versano i servizi di salute mentale per minori ed adulti.
Ci domandiamo poi su che base venga fatta questa programmazione e ribadiamo la richiesta, già formulata senza esito in passato, di avere i dati relativi all’utenza ed al funzionamento dei servizi di salute mentale per minori, mai resi pubblici dalla Regione Veneto.
Con altri consiglieri Pd ho dunque chiesto che tutti i passaggi inerenti all’età evolutiva contenuti nel DGR 371 vengano stralciati, e che si attivi immediatamente un tavolo di lavoro con le associazioni dei familiari dei minori destinatari dei servizi per riscrivere questa parte della delibera. Non è ammissibile che con tutte le espressioni spesso violente di disagio giovanile a cui sempre più spesso assistiamo anche nelle nostre città il maggiore attore in campo si presenti tanto disarmato di strumenti ed idee.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd