ZAIA SU DISSERVIZI SANITARI: MONTAGNE DI NUMERI PER NON RISPONDERE
Nella risposta fornita ai lettori dell’Arena che il 16 aprile sottolineavano le carenze della sanità veneta, il Presidente Luca Zaia ribadisce quale sia il suo punto di vista sulla questione, confermando come esso sia parte del problema piuttosto che della soluzione. Da lassù, “in alto”, come dice lui, si vede soltanto l’armonia e l’eccellenza di un paesaggio oramai passato.
Non si vedono infatti le centinaia di migliaia di veneti privi di riferimento per le cure primarie. I dati aggiornati parlano di 1.513 zone carenti in tutta la regione di cui 784 ambiti di medico di base (209 nel veronese) e 635 incarichi di continuità assistenziale. La conseguenza – che sfugge completamente da chi guarda da troppo in alto – è l’affollamento dei pronto soccorso dove, per accedere ad uno di questi reparti di eccellenza, si attendono giorni con la febbre alta o ore con una frattura scomposta. Non si vedono nemmeno le lunghe attese al telefono con il Cup che non risponde, e quando lo fa non fissa l’appuntamento perché anche le liste sono esaurite; e neanche i due o tre anni che il servizio pubblico obbliga ad attendere per una cataratta.
Tutto ciò che il Presidente non riesce a vedere si trasforma in un gigantesco disservizio per i veronesi e i veneti che lascia inevasa una prescrizione medica su due: in conseguenza alle 13 milioni prestazioni mediche non eseguite nel 2022 il 10% dei cittadini rinuncia alle cure o, chi può permetterselo, ricorre alla sanità privata per la quale i veneti spendono in media 700 euro all’anno a testa, l’importo più alto in Italia dopo i lombardi.
Nella stessa maniera sono state “aggredite” le 450 mila prestazioni sospese per il Covid: quelle eseguite sono state il 75% mentre il resto sono saltate per rinuncia del paziente o per rimodulazione della prestazione.
In Veneto mancano 1.230 medici ospedalieri e circa 4 mila infermieri: sono questi i numeri sui quali i cittadini vorrebbero una risposta concreta. Quello di Zaia non è ottimismo perché il bicchiere non è mezzo pieno. La situazione è grave e far finta di non vederla si può chiamare soltanto opportunismo.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd
Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona
Vincenzo Tinelli, medico e componente della Direzione provinciale Pd Verona