PROPOSTA DI RIFORMA LEGGE AFFIDAMENTO DEI MINORI, GRUPPO REGIONALE PD – BIGON: “TRE PAROLE CHE POSSONO PREVENIRE ALTRI CASI DI BAMBINI CONTESI”

Pubblicato da il 5 Settembre 2023

Venezia, 5 settembre 2023. “In via prioritaria”: tre parole che potrebbero prevenire tanti casi di bambini in attesa di adozione da parte della famiglia affidataria, sballottati come pacchi presso altre famiglie affidatarie per decisione del Tribunale senza tener conto dei legami affettivi nel frattempo instaurati. L’ultimo, raccontato dalle cronache, riguarda un bambino di 3 anni dell’Est Veronese (Luca il nome di fantasia usato per descriverlo) che si è visto togliere dalla famiglia affidataria che aveva presentato istanza di adozione, per consegnarlo, su disposizione del Tribunale per i minorenni, ad un’altra famiglia che potrebbe adottarlo.

Si tratta della proposta di modifica alla Legge 4 maggio 1983 n. 184 sul “diritto del minore ad una famiglia” avanzata dalla Consigliera Anna Maria Bigon assieme ai colleghi del gruppo consiliare Pd regionale Vanessa Camani, Andrea Zanoni, Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello, Francesca Zottis, che punta a riformare l’istituto dell’affido mettendo al centro il diritto del minore alla continuità affettiva.

Tecnicamente la modifica interviene sul comma 5 bis dell’articolo 4 della legge 4 maggio 1983 n. 184 sul “Diritto del minore ad una famiglia”, che disciplina per l’appunto la fattispecie in cui la famiglia affidataria, tale da lungo tempo, faccia istanza di adozione. Il comma riformato reciterebbe dunque così: ‘Il Tribunale per i Minorenni, nel decidere sull’adozione, tiene contro IN VIA PRIORITARIA dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi tra i minore e la famiglia affidataria’.

“Per sua natura l’affidamento è una misura temporanea che dovrebbe durare al massimo 24 mesi al termine dei quali il minore dovrebbe far rientro nella famiglia di origine – spiega Bigon – ma la realtà odierna è ben più complessa: l’istituto riguarda oggi 12.815 minori in tutto il Paese, circa un quinto dei quali sono stranieri. Solo nel 18% dei casi l’affidamento avviene con il consenso della famiglia di origine. Nell’80% dei casi è il giudice che decide. Nel 2020, complice la crisi socio-economica e pandemica, il 61%  degli affidi è risultato essere di durata superiore ai due anni previsti”.

“La modifica che proponiamo va a rinforzare, in via forse definitiva, la dottrina recente che tutela e valorizza la continuità affettiva a favore del minore durante tutto il lungo e troppo spesso tortuoso percorso antecedente l’adozione. Lo stesso articolo 5 bis è una novità recente introdotta dalla legge n. 173 del 19 ottobre 2015. Speriamo in questo modo di non avere più casi di bambini tolti all’affetto comprovato della famiglia affidataria che li vuole adottare” conclude Bigon.